La Sardegna si trova di fronte a una sfida micidiale che minaccia le querce da sughero e le leccete: la combinazione letale di un agente patogeno e del cambiamento climatico, con una siccità sempre più opprimente. Questa pericolosa sinergia sta causando il disseccamento e il deperimento delle foreste dell’isola. Attraverso monitoraggi dettagliati e l’utilizzo di tecnologie avanzate come i droni con sensori per immagini multispettrali, la Regione cerca di distinguere e analizzare i due fenomeni per individuare soluzioni efficaci.Un tavolo tecnico composto dall’assessora regionale dell’Ambiente Rosanna Laconi, esperti e ricercatori di Agris, Università degli Studi di Sassari, corpo forestale e Forestas ha valutato la situazione per definire strategie preventive. Un finanziamento di 1 milione e 150mila euro è stato stanziato per avviare azioni concrete volte a contrastare la devastante perdita delle foreste.Oltre alla siccità, un altro nemico delle querce da sughero e delle leccete è rappresentato da un fungo chiamato Phytophthora o fitoftora, che attacca le radici delle piante nelle aree colpite. Anche l’Ogliastra sta subendo gravi danni a causa del disseccamento lungo la costa orientale fino alla Baronia e Gallura.L’esperta della Giunta Todde sottolinea che diverse specie vegetali sono coinvolte nel processo di disseccamento, non solo querce da sughero e olivastri, ma anche lecci, ginepri, oleandri e macchia mediterranea. Tuttavia, non tutto è perduto: in base alla diagnosi accurata dello stato delle piante malate è possibile adottare strategie mirate. A seconda della gravità della malattia, è fondamentale intervenire sull’ambiente o sui vegetali per contrastare i sintomi della patologia e aumentarne la resistenza. Salvatore Seddaiu, ricercatore dell’Agris Sardegna specializzato in sughericoltura e silvicoltura, spiega che con la giusta cura si può invertire il processo degenerativo garantendo la sopravvivenza delle foreste sarde.
La sfida micidiale per le foreste sarde: patogeni, clima e droni per la salvezza
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