28 agosto 2024 – 13:45
Nella notte fonda di un venerdì torinese, il destino di Hamza Moutik, giovane marocchino di 26 anni, è stato segnato da un atto violento perpetrato da un aggressore che conosceva bene. Un ragazzo minorenne, soltanto sedicenne, ha scelto di vendicarsi infliggendo coltellate dirette al cuore dell’uomo, lasciandolo a terra in agonia prima di dileguarsi nel buio della notte. Le forze dell’ordine sono sulle tracce del responsabile grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze raccolte: si tratta proprio di un connazionale della vittima, sparito nel nulla cancellando ogni traccia digitale.I due frequentavano lo stesso ambiente, condividendo lo stesso luogo come punto d’incontro abituale. Corso Giulio Cesare era diventato il loro rifugio comune, dove le transazioni avvenivano sotto gli occhi del sole. Hamza Moutik era una figura nota nel quartiere Aurora per i suoi precedenti penali legati a reati contro il patrimonio e allo spaccio di stupefacenti. La sua presenza era consueta alla fermata dell’autobus Emilia e nei pressi dei locali come il Caffè New York e la Istanbul Pizza.Le ferite inferte dall’aggressore hanno causato gravi lesioni ai polmoni e al cuore di Hamza Moutik, portandolo alla morte nonostante il tentativo disperato di raggiungere l’ospedale Giovanni Bosco. Gli investigatori hanno rinvenuto l’arma del delitto in breve tempo: un coltello a serramanico con una lama affilata lunga circa 10 centimetri. Sebbene la pista dello spaccio di droga sia quella più probabile data la presenza diffusa del fenomeno nella zona, al momento non è possibile escludere altre ipotesi.Il dramma che si è consumato quella notte ha sconvolto la comunità locale e gettato ombre oscure sul futuro dei giovani coinvolti in quel tragico evento. Resta ora ai risvolti investigativi dare risposte e giustizia a una vicenda che ha scosso le vite di molti in modo irreparabile.