Il rilascio dell’ostaggio due giorni fa da parte delle Forze di Difesa Israeliane, Qaid Farhan al Qadi, ha svelato una vicenda di prigionia durata circa 40 giorni in un ospedale di Khan Younis, situato nel sud di Gaza. Insieme a lui c’era Aryeh Zalmanovich, 86 anni, rapito nel kibbutz di Nir Oz e purtroppo deceduto per mancanza di cibo e cure mediche. È stato il figlio di Zalmanovich a rivelare questi dettagli alla tv Kan dopo aver parlato con Farhan e aver appreso i particolari della loro prigionia. Durante le prime fasi della guerra, gli ospedali nel sud di Gaza non erano soggetti alla pressione delle Idf che si concentravano soprattutto nel nord della Striscia; è evidente che, come sottolineano i media israeliani, tali strutture siano state utilizzate per trattenere gli ostaggi.Boaz, il figlio di Aryeh Zalmanovich, ha dichiarato in un’intervista televisiva che suo padre è stato ricoverato nell’ospedale del sud della Striscia insieme a Farhan per l’intera durata della prigionia, ovvero circa 40 giorni. Tra i due si è instaurato un legame speciale: nonostante le ferite riportate anche da Farhan, quest’ultimo si è preso cura del padre anziano e malato senza ricevere adeguate cure e farmaci. Questo decesso è stato caratterizzato da una lunga agonia fisica e mentale. Boaz ha raccontato che suo padre aveva espresso amore nei confronti di Farhan e lo aveva esortato a prendersi cura dei membri del kibbutz prima di spirare.
Prigionia e morte in ospedale: il dramma di Aryeh Zalmanovich a Gaza
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