“La riforma dell’autonomia e le tensioni politiche: scontri tra maggioranza e opposizione, critiche alla Cei e dibattito sullo ius scholae”

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La riforma dell’autonomia è diventata un campo di battaglia politica, con scontri tra maggioranza e opposizione, divisioni tra gli alleati di governo e critiche provenienti dalle Regioni del Sud e dalla Cei. Dopo le dichiarazioni contro l’autonomia da parte del vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, la Lega attacca i vescovi. Matteo Salvini esprime il suo dissenso riguardo all’approvazione dell’autonomia in Parlamento e alla sua inclusione nella Costituzione. La Lega critica anche l’accoglienza dei migranti promossa dalla Cei, sollevando dubbi sul finanziamento delle Ong vicine ai centri sociali.L’autonomia rimane al centro dell’agenda politica, con incontri tra il presidente della Calabria Roberto Occhiuto e la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Occhiuto chiede una moratoria sull’applicazione del ddl Calderoli per garantire che le spese storiche siano rispettate prima di accordarsi con le Regioni. Meloni si impegna a gestire attentamente il processo senza fughe in avanti. Forza Italia adotta una posizione prudente sulla questione, ascoltando le richieste di cautela provenienti dal Sud.Il partito di Tajani dovrà affrontare la questione dello ius scholae, su cui Carlo Calenda ha presentato un emendamento che verrà discusso in Parlamento a settembre. Il Pd critica la Lega per il nervosismo causato dal successo delle firme contro l’autonomia differenziata e respinge le offese rivolte alla Cei da esponenti leghisti come Zaia.Mentre Papa Francesco condanna il rifiuto dei migranti come un grave peccato, Luca Casarini di Mediterranea ringrazia il pontefice per incoraggiare la solidarietà verso i più vulnerabili. Nonostante le migliaia di morti nel Mediterraneo quest’anno, alcuni politici cristiani sembrano gioire per la riduzione degli sbarchi.L’autonomia e lo ius scholae non sono gli unici temi controversi all’interno della maggioranza governativa: anche le candidature alle prossime elezioni regionali creano tensioni, specialmente nel caso del Veneto ambito da tutti e tre i partiti al potere. Flavio Tosi (FI) fa un passo avanti seguito dalle reazioni di FdI e Lega che fanno valere i loro consensi popolari rispettivamente alle ultime europee e nelle amministrazioni locali.

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