31 agosto 2024 – 13:17
A Terno d’Isola, nella suggestiva regione bergamasca, l’atmosfera si è finalmente distesa dopo l’arresto di Moussa Sangare, colpevole confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni. Gli abitanti della pittoresca cittadina respirano un sospiro di sollievo e ritrovano una pace che sembrava perduta. “Siamo sollevati che sia stato catturato”, dichiara con voce ferma una dipendente del bar pasticceria situato nella vivace piazza centrale del paese. Alcuni residenti, ancora scossi dagli eventi legati a Yara Gambirasio e al caso Bossetti, nutrono qualche dubbio sull’identità del colpevole, ma la confessione e il ritrovamento dell’arma del delitto sembrano fugare ogni incertezza. Nessuno mette in discussione la natura non passionale del crimine: “Era così riservata”, commenta con malinconia un’altra abituale frequentatrice del locale. Quando la notizia della tragedia si diffuse, molti pensarono a un tragico errore di persona.Il fatto che il presunto assassino non fosse originario di Terno d’Isola aggiunge un ulteriore senso di rassicurazione alla comunità locale, sebbene i due paesi confinanti siano strettamente legati. Chi conosceva Sangare nel piccolo borgo racconta di non vederlo da tempo in giro per le strade. “In questi giorni c’era chi preferiva restare chiuso in casa per paura”, rivela un altro residente, soprattutto tra le donne. Nonostante l’arresto del sospettato, un velo d’inquietudine permane nell’aria: “Potrebbe essere successo a chiunque”, riflette pensierosa una barista della zona.