31 agosto 2024 – 13:40
Nel tardo pomeriggio di mercoledì, all’interno delle mura imponenti della Casa Circondariale di Poggioreale, si è verificato un evento agghiacciante che ha scosso le fondamenta dell’istituzione penitenziaria. Un detenuto, gravemente afflitto da disturbi psichici e precedentemente sottoposto a una diagnosi presso l’ospedale di Torre del Greco, da cui era stato rilasciato, ha compiuto un atto barbarico senza precedenti. Con una violenza inaudita, ha prima accecato la sua vittima lanciandole detersivo negli occhi e poi si è letteralmente cibato di una parte del dito di un altro detenuto, anch’egli segnato da gravi problematiche mentali.Questo nefando episodio ha messo in luce la drammatica necessità di istituire all’interno del carcere di Poggioreale una struttura adeguata per accogliere i detenuti affetti da disturbi psichici. È imperativo dotare l’istituzione penitenziaria di risorse umane qualificate come infermieri specializzati, assistenti sociali empatici, tecnici esperti in riabilitazione e psicologi preparati ad affrontare situazioni estreme come quella verificatasi.Al momento attuale sono oltre duecento i detenuti che soffrono di patologie psichiatriche all’interno dell’Istituto, con circa ottanta individui che versano in uno stato psicotico grave. È essenziale applicare il decreto emanato dalla Giunta regionale della Campania relativo all’area sanitaria n.6 datato 25 gennaio 2018 e più precisamente l’articolo 33.3 che stabilisce chi debba prendersi cura dei pazienti affetti da disturbi mentali al di fuori delle mura carcerarie.La tragedia consumatasi a Poggioreale rappresenta un campanello d’allarme inequivocabile sulla necessità impellente di riformare il sistema penitenziario per garantire non solo la sicurezza degli individui coinvolti ma anche il rispetto dei diritti fondamentali delle persone con problemi psichici. La società nel suo complesso deve assumersi la responsabilità morale e civile di fornire le cure e l’assistenza necessarie a coloro che versano in condizioni così vulnerabili all’interno delle nostre carceri.