01 settembre 2024 – 01:20
Il castello di Bagnolo, antica dimora dei Malingri da secoli, si erge imponente all’incrocio tra le valli del Pellice e del Po, testimone silenzioso di epoche passate e di storie avvincenti. La residenza dei feudatari degli Acaja è intrisa di storia e tradizione, un luogo che evoca antichi fasti e nobili gesta.Aimaro Isola, discendente di questa nobile casata, ha vissuto nell’ombra delle mura del castello fin da giovane età, respirando l’aria carica di fascino e mistero che permea quei luoghi. Figlio della contessa Caterina Malingri e del barone Vittorio Oreglia Isola, Aimaro ha cresciuto in un ambiente colmo di letterati, politici, artisti e militari, una miscela esplosiva di culture e passioni che ha plasmato il suo animo sensibile e creativo.L’incontro con Roberto Gabetti all’università è stato determinante per il futuro di Aimaro: due anime affini destinate a intrecciarsi in un sodalizio artistico senza tempo. Le discussioni accese tra i due giovani architetti hanno dato vita a progetti visionari e audaci, sfidando i canoni convenzionali dell’epoca e aprendo nuove frontiere nel mondo dell’architettura.L’eredità dei principi innovativi di Aimaro Gabetti e Roberto Isola continua a ispirare le nuove generazioni di architetti italiani, guidandoli verso una visione più ampia e inclusiva della professione. L’amore per la sperimentazione e la ricerca costante di materiali innovativi sono tratti distintivi della loro opera, che si distingue per l’eleganza delle linee e la purezza delle forme.L’Italia degli anni Sessanta ha visto nascere opere straordinarie come la piramide di vetro nei giardini del Louvre o l’astronave del Beaubourg progettata da Renzo Piano, simboli indiscussi della capacità umana di trasformare il cemento in arte. L’architettura moderna non teme più confini né convenzioni, ma si libra leggera verso nuovi orizzonti creativi, abbracciando il futuro con coraggio e determinazione.
