domenica 28 Settembre 2025
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Torino, Incendio Doloso: Tentato Omicidio e Precedenti

Un drammatico episodio ha scosso Torino nella notte tra il 25 e il 26 settembre, culminando nell’arresto di un giovane guineano di 25 anni, accusato di incendio doloso e tentato omicidio della propria compagna.
L’evento, inizialmente catalogato come incidente, si è rivelato, sotto la luce delle indagini, un atto premeditato, evocando parallelismi inquietanti con l’incendio di Via Nizza del giugno precedente, che aveva tragicamente causato una vittima e intossicato cinque persone.

Le prime analisi sulla scena del crimine hanno fatto emergere tracce di accelerazione, un elemento che ha immediatamente allontanato l’ipotesi di un mero incidente domestico.

Testimonianze contrastanti hanno descritto una figura incappucciata, verosimilmente l’aggressore, in fuga dalla struttura, con in mano un combustibile.
L’incendio ha causato l’intossicazione da fumo di sei persone, tra cui un minore di soli 14 anni, aggravando ulteriormente la gravità della situazione.
L’uomo, attualmente detenuto in carcere in attesa di ulteriori accertamenti, è difeso dall’avvocato Stefano Tizzani, sotto la supervisione della giudice Benedetta Mastri.
Il contesto sociale in cui si è consumato l’episodio è particolarmente complesso: l’appartamento, situato in una casa popolare, ospitava diverse persone, alcune delle quali in condizioni di precarietà abitativa, come una inquilina sotto sfratto.

La vicenda assume una dimensione ancora più angosciante se si considera che, solo pochi giorni prima dell’incendio, lo stesso giovane era stato arrestato per maltrattamenti e resistenza agli agenti di polizia, a seguito di una violenta lite con la sua fidanzata.
Il Gip aveva disposto la sua liberazione con l’obbligo di presentazione quotidiana, una decisione ora oggetto di riflessione alla luce degli eventi successivi.

Le indagini, coordinate dal procuratore Marco Sanini, si concentrano ora sulla ricostruzione dettagliata delle ore precedenti e successive all’incendio.
Il presunto aggressore, interrogato, ha tentato di giustificare la propria presenza nell’appartamento sostenendo di voler recuperare alcuni effetti personali, come un cellulare e un caricabatterie, negando ogni coinvolgimento nell’incendio.
Tuttavia, le indagini avrebbero svelato ben tre accessi all’alloggio: uno corrispondente alla versione fornita dall’uomo, un secondo durante il quale sarebbe avvenuta una lite con il proprietario, e un terzo, cruciale, intorno all’una del mattino, presumibilmente per appiccare le fiamme mentre la fidanzata si trovava all’interno.
La vicenda solleva interrogativi profondi sulla fragilità delle relazioni, la violenza domestica, le condizioni di marginalità sociale e le falle del sistema di tutela delle vittime di abusi, richiedendo un’analisi critica e un intervento urgente per prevenire simili tragedie.
La ricostruzione degli eventi, attraverso testimonianze, perizie e indagini tecniche, è ora fondamentale per accertare la verità e garantire giustizia.

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