“Vento di Velluto: L’Eco delle Anime Ferite” è un cortometraggio documentario che trascende la semplice narrazione per divenire un grido universale, un’implorazione silenziosa proveniente dalle zone d’ombra del nostro pianeta.
Realizzato dalla regista e attrice Anna Rita Del Piano, presidente dell’associazione Camera con vista Ets, e presentato il 4 ottobre al museo Essenza Lucano di Pisticci Scalo, il progetto si configura come una meditazione visiva e sonora sulle ferite dell’infanzia, segnate dalla guerra, dalla fame e dalla precarietà.
Lungi dall’essere una cronaca, l’opera si concentra sulla dignità umana che persiste anche nelle condizioni più estreme, elevando il dolore a catalizzatore di speranza.
Il focus particolare sui bambini gazawi, emblema di un’innocenza violata e di un futuro incerto, non si esaurisce in una rappresentazione pietistica, ma mira a stimolare un’empatia profonda, a rompere le barriere dell’indifferenza che troppo spesso avvolgono le tragedie globali.
Il cortometraggio dipinge un paesaggio desolato, un territorio arido e spaccato dalla sete, che evoca visceralmente la realtà palestinese.
Un bambino, i piedi nudi sulla terra screpolata, intraprende un viaggio alla ricerca di acqua, simbolo primario della vita e della speranza.
Il suo percorso si incrocia con figure archetipiche: un cecchino, presenza inquietante e tangibile del conflitto, e un anziano custode della terra, avvolto nella kefiah, che incarna la resilienza e la continuità culturale, guardando al futuro con occhi segnati dal tempo ma ancora carichi di speranza.
La luce, elemento cruciale, è rappresentata da un fuoco danzante attorno al quale una ballerina, attraverso la sua danza, invoca la pace, trasmettendo un messaggio di purificazione e rinascita.
Il “vento di velluto” che soffia su queste immagini non è una brezza leggera, ma una forza invisibile che accarezza le anime provate, tentando di risvegliare la capacità di amare e di credere in un domani migliore.
Il progetto, frutto della visione musicale e testuale di Pasquale Cafaro, autore, interprete e produttore, con la partecipazione di Mary Esposto e I Seguaci di Dioniso 3.0, si pone come un esperimento ibrido, che integra cinema, musica e performance visiva.
I promotori ritengono che l’arte, in tutte le sue forme, possa agire come un potente catalizzatore per la coscienza collettiva, un antidoto all’apatia che troppo spesso paralizza l’azione.
“Vento di Velluto” non è solo un documentario, ma un inno alla speranza, un appello a non dimenticare la fragilità umana e la necessità di un impegno globale per la pace.
È un’opera che invita a riflettere, a sentire e, soprattutto, ad agire.