I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm hanno formalmente declinato l’invito del Ministero del Lavoro per la riunione odierna dedicata alla cassa integrazione straordinaria relativa al complesso industriale ex Ilva, esprimendo profonda preoccupazione per la mancata inclusione di un reale e significativo coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti nel processo decisionale.
La scelta, comunicata attraverso una nota ufficiale, sottolinea la necessità di un rinvio e di una ridefinizione dell’approccio alla questione.
La posizione dei sindacati si radica nella constatazione che, a seguito della scadenza dei termini per la presentazione delle offerte per l’acquisizione degli asset, l’informazione disponibile è frammentaria e insufficiente.
L’unica comunicazione ricevuta proviene da una nota stampa aziendale che identifica dieci potenziali offerenti, privando i sindacati e i lavoratori di elementi concreti per valutare le prospettive future dell’area industriale e la sostenibilità della cassa integrazione.
La questione della cig straordinaria, che coinvolge migliaia di lavoratori e le loro famiglie, non può essere gestita con superficialità o con procedure affrettate.
I sindacati ritengono imprescindibile una visione complessiva e condivisa del percorso che il Governo, in sinergia con la struttura commissariale, intenda perseguire per il futuro del gruppo ex Ilva.
La richiesta dei sindacati non si limita ad una semplice convocazione, ma implica un tavolo di confronto formale, possibilmente a Palazzo Chigi, che permetta di analizzare in dettaglio le offerte pervenute, valutarne l’impatto sociale ed economico, e definire un piano industriale solido e trasparente.
È fondamentale garantire la partecipazione attiva dei sindacati nella definizione delle condizioni per la ripresa dell’attività produttiva, tutelando i diritti dei lavoratori, assicurando la continuità delle relazioni industriali e promuovendo lo sviluppo sostenibile del territorio.
L’assenza di un coinvolgimento significativo dei sindacati rischia di compromettere l’intero processo, alimentando incertezza e sfiducia tra i lavoratori e minando la possibilità di una soluzione duratura e condivisa per il futuro dell’ex Ilva, un patrimonio industriale e sociale di rilevante importanza per l’Italia.
La richiesta di trasparenza e partecipazione non è un atto di opposizione, ma un’affermazione della necessità di tutelare il diritto al lavoro e di garantire un futuro dignitoso per tutti i lavoratori coinvolti.