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Appello Amato: Rigetto perizia, si apre la requisitoria

Il processo di appello contro Giampaolo Amato, l’ex medico della Virtus Basket accusato di aver perpetrato un piano di omicidi nei confronti della moglie, la ginecologa Isabella Linsalata, e della suocera Giulia Tateo, ha subito una svolta significativa con il rigetto della richiesta di nuova perizia tecnica.
La Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta da Pasquale Stigliano, ha ritenuto infondata la necessità di ulteriori accertamenti, un punto cruciale che influenza profondamente il quadro probatorio a disposizione dell’accusa e della difesa.

La vicenda, che ha scosso la comunità medica e sportiva bolognese, si basa sull’ipotesi di un’iniezione letale di farmaci, in particolare sevoflurano e midazolam, somministrati in maniera fraudolenta alle vittime.

Amato, detenuto dal 2023, ha costantemente negato le accuse, sostenendo la sua innocenza in un contesto di accuse gravissime e complesse.
La decisione della Corte d’Assise d’Appello si fonda su una valutazione approfondita del lavoro svolto dagli undici consulenti tecnici nominati durante il primo grado del processo.
Questi esperti, con le loro diverse specializzazioni e metodologie, hanno contribuito a delineare scenari differenti sulla causa del decesso di Linsalata, senza, tuttavia, raggiungere una convergenza inequivocabile.
La Corte ha sottolineato come la base scientifica su cui si sarebbe dovuta articolare la nuova perizia non sia mutata sostanzialmente rispetto agli accertamenti già condotti.

Disporre una nuova indagine, in questo contesto, equivarrebbe a ripetere esami per i quali sono già stati forniti pareri autorevoli, potenzialmente introducendo elementi di incertezza e non necessariamente apportando chiarezza alla situazione.
Per quanto riguarda il decesso di Giulia Tateo, la Corte ha riconosciuto l’esistenza di una controversia sulle cause, ma ha comunque condiviso la valutazione di non necessità di un ulteriore accertamento tecnico.
La decisione riflette una ponderata riflessione sulla funzione della prova tecnica nel processo penale: non si tratta di ricercare la certezza assoluta, ma di fornire elementi sufficienti per la valutazione del giudice e la formazione di un giudizio motivato.
La mancata perizia solleva interrogativi importanti circa la ricostruzione degli eventi e la possibilità di approfondire alcuni aspetti controversi.

La difesa, guidata dagli avvocati Franco Coppi e Valerio Spigarelli, aveva argomentato a favore di un nuovo accertamento tecnico per dissipare dubbi e contestare le ricostruzioni presentate dall’accusa.
Il rigetto della richiesta rappresenta, quindi, un ostacolo significativo per la difesa, che dovrà ora basare la propria strategia difensiva sugli elementi di prova già acquisiti.
La prossima udienza, fissata per il 16 ottobre, sarà dedicata all’inizio della requisitoria della Procura generale.
Questo momento cruciale del processo vedrà il Pubblico Ministero presentare le proprie conclusioni, delineando il quadro accusatorio e sollecitando una condanna.

La sentenza, che seguirà a breve distanza, deciderà il destino di Giampaolo Amato e definirà l’esito di una vicenda giudiziaria complessa e dolorosa.
L’assenza di una nuova perizia tecnica inciderà inevitabilmente sulla valutazione finale dei giudici, rendendo ancora più delicato il processo di ponderazione delle prove e la formazione del giudizio.

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