martedì 30 Settembre 2025
13.6 C
Rome

Tragedia Andria-Corato: Appello riduce le pene, Ferrotramviaria assoluta.

Il tragico incidente ferroviario del 12 luglio 2016, che ha visto la perdita di 23 vite umane e causato profonde ferite a 51 persone lungo la tratta a binario unico Andria-Corato, si conclude con una sentenza d’appello che, pur confermando in larga parte il quadro delineato in primo grado, introduce sfumature significative.
La Corte d’Appello di Bari ha emesso la sua decisione, riducendo le pene inflitte a due figure chiave, ma ribadendo l’assoluzione per la società Ferrotramviaria, sollevando interrogativi complessi sulle responsabilità e sui meccanismi di controllo del sistema ferroviario.
La sentenza, seppur di lieve entità, rappresenta un atto di revisione in merito alle circostanze attenuanti o aggravanti potenzialmente non pienamente considerate nel precedente giudizio.

Vito Piccarreta, il capostazione di Andria, veda la sua pena ridotta a sei anni e tre mesi, mentre Nicola Lorizzo, il capotreno del convoglio, si vedrà scontare una pena di sei anni e nove mesi, diminuita rispetto alla precedente condanna a sette anni.

Questa revisione delle condanne suggerisce una valutazione più accurata delle dinamiche operative che portarono al disastro, focalizzandosi non solo sulla responsabilità individuale, ma anche sul contesto operativo e sulle potenziali mancanze procedurali.

L’assoluzione di Ferrotramviaria, società responsabile della gestione della tratta, continua a suscitare polemiche e interrogativi.
La decisione, pur rispettando i principi del diritto, pone l’accento sulla difficoltà di attribuire una responsabilità penale diretta a una persona fisica all’interno di una struttura complessa come una società ferroviaria.

Si apre così un dibattito sulla necessità di riformare il sistema di governance e di responsabilità delle società che gestiscono servizi pubblici essenziali come il trasporto ferroviario.

L’incidente di Andria-Corato non fu un evento isolato, ma un campanello d’allarme che ha messo in luce fragilità strutturali nel sistema ferroviario italiano, riguardanti la sicurezza, la manutenzione, la formazione del personale e l’efficacia dei sistemi di controllo.
La tragedia ha portato alla luce la necessità di un ripensamento radicale dell’approccio alla sicurezza ferroviaria, spostando l’attenzione dalla semplice attribuzione di responsabilità individuali ad una visione più ampia e sistemica che coinvolga tutti gli attori coinvolti: gestori dell’infrastruttura, operatori ferroviari, autorità di regolamentazione e, soprattutto, lo Stato.

La sentenza d’appello, pur concludendo un capitolo processuale, non cancella il dolore delle famiglie delle vittime e le ferite emotive lasciate dal disastro.

Piuttosto, rappresenta un monito a non dimenticare e a continuare a lavorare per garantire che simili tragedie non si ripetano, attraverso un impegno costante verso la sicurezza, la trasparenza e la responsabilità in tutti i livelli del sistema ferroviario.
L’eredità di Andria-Corato deve essere un motore di cambiamento, non una semplice pagina di cronaca nera.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -