martedì 30 Settembre 2025
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Thalassa: la tartaruga marina tracciata dallo spazio per salvare il Mar Ligure

Nell’ambito di un’iniziativa pionieristica volta a rafforzare la comprensione degli ecosistemi marini liguri e a migliorare le strategie di conservazione della fauna ittica, i biologi dell’Acquario di Genova hanno recentemente implementato un innovativo programma di monitoraggio satellitare su una tartaruga marina Caretta caretta.

Questo progetto, che segna una tappa significativa nella ricerca eco-tossicologica e nella gestione delle specie protette, si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per le sfide ambientali che affliggono il Mar Ligure.

L’esemplare, affettuosamente soprannominato “Thalassa” (termine greco che evoca il mare), è un adulto di notevoli dimensioni, con una lunghezza di 60 centimetri, una larghezza di 55 centimetri e un peso di 30 chilogrammi.

La sua storia personale, prima del recupero presso il centro specializzato dell’Acquario, è emblematica delle vulnerabilità che le tartarughe marine affrontano nel loro ambiente.

Soccorsa al largo di Imperia a fine luglio, Thalassa presentava segni di polmonite, una condizione spesso associata a stress ambientali, inquinamento o interazioni negative con attività antropiche.
Il dispositivo di tracciamento satellitare, frutto di una collaborazione sinergica con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, rappresenta un avanzamento tecnologico cruciale.

Oltre a fornire dati precisi sulla posizione geografica dell’animale, il sistema è in grado di registrare parametri vitali come la profondità di immersione, la durata delle immersioni e la temperatura dell’acqua.
Queste informazioni, analizzate dal team di ricerca pisano, permetteranno di ricostruire i percorsi migratori di Thalassa, identificare le aree di alimentazione e riproduzione, e valutare l’esposizione a variazioni termiche, potenzialmente indicatori di stress fisiologico.

La Fondazione CIMA (Centro Internazionale Mezzi Ambientali) contribuirà attivamente al progetto mettendo a disposizione la propria infrastruttura di antenne UHF, ottimizzando la raccolta dei dati e superando i limiti di copertura dei satelliti.

Questo network di antenne permetterà di intercettare i segnali di Thalassa anche in aree dove la ricezione satellitare è compromessa, garantendo una tracciatura più completa e accurata.

L’impegno dell’Acquario di Genova nella salvaguardia delle tartarughe marine affonda le sue radici in un percorso iniziato nel 1994, consolidatosi nel tempo fino a divenire un punto di riferimento istituzionale per la Regione Liguria dal 2009.

Il riconoscimento ufficiale come centro di recupero e lunga degenza, conferito nel 2017 dal Ministero della Transizione Ecologica, testimonia l’eccellenza e la professionalità del centro, che opera in stretta collaborazione con le istituzioni e la comunità scientifica.

Il progetto Thalassa, in questo contesto, non è solo un’iniziativa di monitoraggio, ma un investimento nel futuro, un’opportunità per raccogliere dati preziosi che contribuiranno a definire strategie di gestione più efficaci e a garantire la sopravvivenza di questa specie iconica del Mar Ligure, in un ambiente sempre più complesso e minacciato.

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