giovedì 2 Ottobre 2025
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Emergenza idrica a Porto San Giorgio: il Fermano ancora fragile.

Il territorio fermano, e in particolare Porto San Giorgio, è nuovamente alle prese con l’emergenza idrica, testimoniando una fragilità strutturale che si rivela a ogni episodio meteorologico intenso.

Il ricordo del drammatico evento del 28 settembre, quando l’alluvione ha invaso sottopassi e inferto ingenti danni infrastrutturali, è ancora vivo.
Le immagini di strade trasformate in fiumi, di abitazioni invase dall’acqua e di persone costrette ad abbandonare le proprie case, sono un monito potente.

Tuttavia, le recenti precipitazioni, pur non raggiungendo l’intensità distruttiva del precedente evento, hanno riacutizzato la situazione, esacerbando le preesistenti vulnerabilità.

La zona collinare, in particolare, si è trovata ad affrontare nuove problematiche, con smottamenti, frane e l’ulteriore compromissione di aree già provate.

Questo scenario evidenzia come il rischio idrogeologico sia una sfida complessa e persistente, legata a fattori geologici, morfologici e antropici.

La morfologia del territorio fermano, caratterizzata da una combinazione di pianure alluvionali e colline instabili, lo rende particolarmente suscettibile a fenomeni di erosione e trasporto di sedimenti.
La presenza di corsi d’acqua a carattere torrentizio, spesso incanalati artificialmente, amplifica il rischio di esondazioni e inondazioni.
L’urbanizzazione selvaggia, con la costruzione di abitazioni e infrastrutture in aree a rischio, ha ulteriormente aggravato la situazione, riducendo la capacità di assorbimento del suolo e compromettendo la stabilità dei versanti.
Le cause dell’alluvione del 28 settembre non sono riconducibili unicamente all’eccezionalità delle precipitazioni.
Elementi cruciali da considerare sono la gestione del bacino idrografico, la manutenzione insufficiente dei corsi d’acqua, l’impermeabilizzazione del suolo dovuta all’uso di materiali artificiali e la deforestazione che riduce la capacità naturale di ritenzione idrica.

La mancanza di adeguate opere di mitigazione del rischio, come bacini di laminazione, canali di scolo e sistemi di allerta precoce, ha contribuito ad amplificare gli effetti devastanti dell’evento.
L’episodio recente, e il precedente alluvione, sollecitano una riflessione più ampia sulla pianificazione territoriale e sulla necessità di adottare misure preventive più efficaci.

È imperativo investire in interventi strutturali, come il consolidamento dei versanti, la regolarizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di opere di difesa idraulica.
Parallelamente, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza del rischio idrogeologico tra la popolazione, attraverso campagne di informazione e formazione.

La resilienza del territorio fermano dipende dalla capacità di integrare la gestione del rischio idrogeologico in una visione di sviluppo sostenibile, che tenga conto delle peculiarità ambientali e sociali del territorio.

Non si tratta solo di riparare i danni causati dagli eventi estremi, ma di costruire un futuro più sicuro e resiliente, in grado di affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dall’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici avversi.
La vulnerabilità di Porto San Giorgio e del Fermano è un campanello d’allarme per l’intera nazione, un invito a ripensare il rapporto tra uomo e ambiente.

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