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Asaad, da Gaza a Torino: una protesi, una speranza.

La notte del 19 maggio, un evento catastrofico ha squarciato la fragile tessitura della vita nella Striscia di Gaza, un’eco agghiacciante di un conflitto incessante.

Un missile, un atto di violenza indiscriminata, ha ridotto in macerie un’abitazione, cancellando in un istante il futuro di quindici persone.
Tra le vittime, Yousef Al Zaiza si è ritrovato strappato all’affetto della moglie, di sua madre, della figlia dodicenne e di una miriade di altri parenti, figure che costituivano il tessuto stesso della sua esistenza.

Solo i suoi due figli, Asaad e Mohamed, sono sopravvissuti, portando con sé il peso incommensurabile di un trauma indelebile.

La condizione del piccolo Asaad, otto anni, si è rivelata subito critica.

L’esplosione ha reciso la sua gamba destra, ha compromesso irreparabilmente la vista dell’occhio destro, e il suo corpo è stato irto di frammenti metallici.
La sua lotta per la vita è apparsa, a un primo bilancio, perduta, con un arresto cardiorespiratorio che lo ha gettato in una condizione di apparente morte clinica.
Un intervento di rianimazione tempestivo, un atto disperato di speranza, ha però invertito il corso degli eventi, aprendo una spiraglio di possibilità.

Il percorso di Asaad e del padre Yousef ha poi intrapreso una svolta inaspettata.

Grazie all’iniziativa umanitaria “Food for Gaza”, orchestrata dalla regione Piemonte con il supporto del ministero degli esteri italiano, e resa possibile da una complessa operazione di evacuazione medica (Medevac), i due sono giunti a Torino.
L’accoglienza all’ospedale infantile Regina Margherita ha offerto un ambiente di cura e riabilitazione.
L’équipe di chirurgia oculare ha operato con successo, restituendo ad Asaad una parziale, ma significativa, capacità visiva.
La prosecuzione del suo percorso di recupero ha trovato un ulteriore, fondamentale supporto nell’Officina ortopedica Maria Adelaide, un centro di eccellenza specializzato nella realizzazione di protesi ortopediche all’avanguardia.
L’atto di generosità ha concretizzato la donazione di una protesi alla gamba realizzata con tecnologia di stampa 3D, un gesto che non si limita a restituire funzionalità, ma anche un elemento cruciale per la ricostruzione della sua autostima e delle sue aspirazioni future.
Roberto Ariagno, direttore dell’Officina Ortopedica, esprime un profondo senso di responsabilità morale: “La tragedia che si consuma a Gaza non può lasciare indifferenti.
Ogni giorno, innocenti pagano il prezzo di un conflitto assurdo, privati della dignità, lacerati dalla perdita.

La storia di Asaad mi ha toccato profondamente e offrire una protesi è il minimo che potessi fare per offrirgli una possibilità di rinascita, un nuovo passo verso il futuro.

“Il padre, Yousef, con profonda gratitudine, riconosce il contributo di tutti coloro che hanno reso possibile questo percorso di speranza: “Sono immensamente grato per l’apertura dei corridoi umanitari, all’ospedale Regina Margherita, all’Officina Ortopedica Maria Adelaide e alla Croce Rossa Italiana comitato di Torino.
La loro collaborazione ha contribuito a riaccendere la speranza per il futuro mio e dei miei figli.
” La storia di Asaad incarna la forza dell’umanità, un faro di speranza in un contesto di dolore e disperazione, e un monito urgente alla necessità di costruire un mondo più giusto e pacifico.

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