lunedì 6 Ottobre 2025
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Usb, azione legale per 1600 ex Ilva: chiesto risarcimento

L’Unione Sindacale di Base (Usb) ha ufficializzato l’avvio di un’azione legale collettiva a tutela dei circa 1.600 ex dipendenti dell’Ilva, versati in amministrazione straordinaria, a seguito del mancato adempimento, alla data del 30 settembre 2025, delle clausole stabilite dall’accordo ministeriale del 6 settembre 2018.
Tale intesa prevedeva un piano di graduale reintegro o ricollocazione professionale per il personale coinvolto, un impegno che, a giudizio del sindacato, è stato sistematicamente disatteso, relegando i lavoratori in una condizione di profonda incertezza.

L’Usb, forte del supporto di un team legale specializzato, sta valutando l’implementazione di una class action finalizzata a ottenere un risarcimento economico che tenga conto della complessità e della gravità dei danni subiti.
L’azione legale si articola attorno a tre macro-tipologie di risarcimento: innanzitutto, il danno contributivo, derivante dagli anni prolungati di cassa integrazione che hanno eroso il capitale accumulato dai lavoratori; in secondo luogo, il danno alla professionalità, conseguente all’inattività forzata che ha accelerato l’obsolescenza delle competenze, rendendo più difficoltoso il reinserimento nel mercato del lavoro; e, infine, il danno patrimoniale, direttamente legato alla decurtazione salariale imposta dalle misure di sostegno al reddito.

Durante la conferenza stampa, l’Usb ha espresso con fermezza la propria convinzione di riscontrare una chiara “culpa in vigilando” a carico dello Stato italiano.
In particolare, il sindacato individua responsabilità significative nel Ministero del Lavoro e nel Ministero delle Imprese e del Made in Italy, entrambi chiamati a garantire la concreta attuazione dell’accordo ministeriale.
L’Usb sottolinea che l’inadempimento di tale accordo non solo compromette il futuro dei lavoratori coinvolti, ma crea anche una zavorra per eventuali acquirenti dello stabilimento, ereditando un contenzioso potenzialmente oneroso.
La richiesta avanzata dall’Usb non si limita a una mera compensazione economica, ma mira a ottenere una risposta politica e istituzionale chiara e tempestiva, restituendo dignità e speranza a una platea di lavoratori sospesa in un limbo esistenziale.

L’azione legale rappresenta un atto di rivendicazione volto a tutelare i diritti costituzionali e a scongiurare l’aggravarsi di una situazione già drammatica.

Alla conferenza partecipavano Francesco Rizzo, esponente dell’esecutivo nazionale Usb, Michele Altamura, referente Usb per l’Ilva in As, l’avvocato Fabrizio Del Vecchio, e una delegazione di lavoratori che si trovano in cassa integrazione da ben sette anni, testimoniando in prima persona la precarietà e l’angoscia che caratterizzano la loro condizione.

L’Usb si impegna a fornire un aggiornamento costante sull’evoluzione della situazione legale e a mobilitare tutte le risorse necessarie per la difesa dei diritti dei lavoratori.

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