26 agosto 2024 – 08:25
L’installazione artistica di Antoni Muntadas rappresenta un frammento affascinante e complesso della società contemporanea, ricca di sfumature e contraddizioni. La mostra, curata con maestria da Cecilia Guida e Lorenzo Balbi, si apre con un monito eloquente: “Attenzione: la percezione richiede impegno”, seguito da sei domande fondamentali incorniciate: “quando, dove, come, perché, cosa, chi”, per poi approdare alle due domande cruciali che sottendono ogni interazione umana: “quanto” e “per chi”. Muntadas. Interconnessioni narra in modo trasversale il percorso artistico dell’eclettico artista a partire dagli Anni ’70, quando esplorava le percezioni subliminali del quotidiano attraverso il corpo proprio e di amici. I video che documentano le sue performance spaziano dai contesti minimali della microcomunità artistica agli scenari economici del mercato globale.L’intera opera di Muntadas è tessuta con frammenti di reti relazionali, scambi culturali, nodi concettuali, figure umane e immagini suggestive. In Architektur RäumeGesten II 1998-2017 emerge una continua transizione dal particolare al generale. La parola assume per Muntadas un ruolo centrale come atto formale, come dimostra la monumentale installazione Palabras. The File Room avviata nel 1994 in risposta alla censura subita da un suo documentario commissionato dalla televisione spagnola ma mai trasmesso.L’arte di Muntadas si distingue per le molteplici identità che accoglie e richiede l’attiva partecipazione dei fruitori dotati di sensibilità critica. La serie On Translation esplora il linguaggio mediatico, quello istituzionale, i rituali sociali e gli spazi nonluoghi di transito. L’artista afferma che lo stadio è l’equivalente moderno dell’arena romana dove le dinamiche relazionali tra individui sono ridotte all’essenziale.La produzione multimediale di Muntadas si nutre delle vicende contemporanee e va oltre la mera documentazione degli eventi registrando gestualità significative, denunce socialmente rilevanti e notizie false; tuttavia essa supera costantemente i propri confini instaurando un dialogo reciproco tra arte e contesto sociale in una sinergia vitale ed evocativa.
