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Comune di Bari

Protesta studentesca all’Università Moro di Bari: richiesta di presa di posizione sulla Palestina

Questa mattina, l’Università Aldo Moro di Bari è stata teatro di un’azione di protesta studentesca organizzata dal collettivo “Cambiare rotta”, un’iniziativa che ha visto coinvolti diversi plessi dell’ateneo, tra cui le facoltà di Ateneo, Lingue, Scienze Politiche e Giurisprudenza.

L’azione, di natura simbolica e diretta, si inserisce in un più ampio contesto di solidarietà nei confronti della Global Sumud Flotilla e del popolo palestinese, in risposta al conflitto in corso.
L’iniziativa ha visto studenti interrompere lezioni in aula, interrompendo il normale svolgimento delle attività accademiche.

L’azione non si è limitata a un semplice blocco, ma ha implicato un invito esplicito rivolto a docenti e altri studenti a partecipare attivamente alla mobilitazione, trasformando l’aula in uno spazio di discussione e condivisione di posizioni.
Un elemento centrale della protesta è stata la richiesta di un incontro formale con il Rettore, Roberto Bellotti.
Gli studenti hanno espresso la volontà di sollecitare un intervento formale da parte dell’istituzione universitaria, chiedendo una presa di posizione chiara e pubblica riguardo alla situazione palestinese e un allontanamento delle attività accademiche legate a Israele.

La richiesta, secondo quanto riferito dalla studentessa Antonella De Renzo, riflette una preoccupazione per la possibile complicità dell’università con politiche che gli studenti percepiscono come ingiuste e dannose.

Il corteo, partito dall’ateneo e snodandosi nell’area universitaria, ha amplificato il messaggio di protesta, creando un momento di visibilità e aggregazione.
L’annuncio di un’occupazione di un’aula al secondo piano, come anticipato, suggerisce l’intenzione di prolungare l’azione e trasformarla in un punto di riferimento per la discussione e l’organizzazione futura.
La protesta, quindi, non si configura come un evento isolato, ma come un segnale di una crescente sensibilità studentesca verso tematiche di giustizia sociale e diritti umani, e una volontà di utilizzare lo spazio universitario come piattaforma per l’attivismo politico e la sensibilizzazione.
L’azione solleva interrogativi sul ruolo dell’università nel dibattito pubblico, sulla responsabilità delle istituzioni accademiche di fronte a crisi umanitarie e sulla libertà di espressione all’interno del contesto universitario.

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