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Cagliari

Terralba, omicidio: imprenditore in carcere, indagini a tutto campo.

La comunità di Terralba è scossa da una vicenda cruenta che ha portato alla detenzione in carcere di Giovanni Battista Manis, 52enne imprenditore locale, accusato dell’omicidio volontario di Claudio Manca, 49enne trovato deceduto in circostanze drammatiche.
La decisione della giudice per le indagini preliminari Federica Fulgheri, a seguito dell’udienza di convalida durante la quale l’imputato ha esercitato il diritto al silenzio, ha confermato il fermo e disposto la custodia cautelare in regime carcerario, segnando un capitolo doloroso per il territorio.
La Procura della Repubblica, coordinata dal sostituto procuratore Marco De Crescenzo, sta conducendo indagini approfondite per ricostruire la dinamica del decesso, focalizzandosi sulla ricostruzione degli eventi che hanno portato alla tragica scoperta del corpo di Manca.
L’analisi della scena del crimine ha rilevato la presenza della bicicletta della vittima, con una ruota posteriore danneggiata, e la ricostruzione forense suggerisce una sequenza di eventi che coinvolge l’auto di proprietà dell’imputato.

Secondo l’ipotesi accusatoria, Manis avrebbe prima investito con il veicolo Claudio Manca, per poi proseguire con un violento pestaggio e infine deponendolo all’interno di un canale di irrigazione.
Al fine di fornire elementi più precisi per l’esame necroscopico, il consulente medico legale designato dalla Procura ha richiesto l’esecuzione di una Tac sul corpo di Manca, un accorgimento volto a individuare eventuali lesioni compatibili con un’aggressione fisica di tale intensità.
L’autopsia, che si terrà domani mattina a Cagliari sotto la direzione del medico legale Roberto Demontis, sarà affiancata da un consulente nominato dalla difesa, Antonio Pinna Spada, e da un altro consulente designato dall’avvocato Fabio Costa, in rappresentanza dei familiari della vittima, Domenico Nuvoli.

La posizione di Manis è ulteriormente aggravata dalla presenza di prove digitali a suo carico.
Video pubblicati sui suoi profili social, risalenti a giorni precedenti l’omicidio, mostrano l’imprenditore intento ad accusare Manca, attraverso un soprannome, di essere l’autore materiale di un atto incendiario che lo aveva colpito in precedenza.
Questi contenuti digitali contribuiscono a delineare un quadro di crescente tensione e animosità tra i due uomini.

La vicenda si intreccia con un’altra indagine pendente nei confronti di Manis, riguardante presunti atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzato della figlia.
In quel contesto, era stato applicato un braccialetto elettronico, misura che l’imprenditore ha illegalmente rimosso poco prima del decesso di Manca, circostanza anch’essa documentata da un video condiviso sui social media.

La molteplicità di elementi a carico di Manis solleva interrogativi sulla sua stabilità emotiva e sulla sua capacità di gestire conflitti, ponendo l’attenzione su un quadro più ampio di comportamenti problematici.

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