Cinzia Dal Pino, la 65enne commerciante di Viareggio, si trova attualmente detenuta in carcere a Pisa, nella sezione femminile, con l’accusa di omicidio volontario nei confronti di Said Malkoun, il 47enne algerino che l’aveva rapinata della borsa. La vicenda ha destato scalpore a causa delle immagini catturate da una telecamera di sorveglianza: un video crudo e scioccante che mostra l’auto della donna investire più volte l’uomo sulla strada di Viareggio, per poi vederla scendere dal veicolo, recuperare il maltolto e allontanarsi.Il caso ha suscitato un acceso dibattito pubblico e politico, con la Lega che ha preso posizione a favore della Dal Pino sostenendo che la situazione richiede una valutazione attenta del contesto e delle circostanze eccezionali in cui si è trovata la donna. Il vicesegretario Andrea Crippa ha sottolineato la paura provata dalla commerciante durante il tentativo di rapina e ha evidenziato le mancanze del sistema giudiziario italiano nell’assicurare la sicurezza dei cittadini.Nonostante le polemiche sui social network e le posizioni contrastanti riguardo all’autodifesa come forma estrema di giustizia personale, resta il fatto che Malkoun è deceduto in seguito alle ferite riportate nell’incidente. La Polizia è riuscita a risalire all’identità della Dal Pino grazie al video incriminante, escludendo l’ipotesi di un incidente stradale accidentale.In attesa dell’udienza di convalida e dell’interrogatorio di garanzia presso il tribunale di Lucca, Cinzia Dal Pino si trova al centro di un caso che solleva importanti questioni etiche e legali sulla legittimità dell’autodifesa estrema in situazioni critiche.
Il caso di Cinzia Dal Pino: omicidio volontario o autodifesa estrema?
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