Rimpatrio di migranti irregolari completato con successo: aperte nuove strutture in Albania.

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Il Ministero dell’Interno ha finalmente completato con successo il rimpatrio dei primi due migranti irregolari attraverso le procedure accelerate di frontiera. Queste stesse procedure erano state oggetto di contestazioni da parte dei magistrati di Catania un anno fa, che avevano respinto il trattenimento di alcuni cittadini tunisini nel Centro di Pozzallo (Ragusa). Tuttavia, la recente notizia del rimpatrio è stata accolta positivamente dal Governo, che si appresta ad aprire due nuove strutture per migranti in Albania, una a Shengjin e l’altra a Gjader. Queste strutture saranno destinate all’accoglienza dei migranti sottoposti alle procedure accelerate di frontiera e si prevede che i primi arrivi avverranno entro la fine del mese.I due migranti tunisini, precedentemente ospitati nel centro di trattenimento di Porto Empedocle (Agrigento), sono stati rimpatriati con soddisfazione dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Le procedure accelerate rappresentano un efficace strumento contro l’immigrazione irregolare e sono state inserite nel nuovo Patto migrazione e asilo dell’Unione Europea grazie anche alla collaborazione dell’Italia. Introdotte con il decreto Cutro lo scorso anno, consentono un esame rapido delle domande di protezione internazionale per i richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, con il trattenimento dei migranti in un centro apposito per un massimo di 28 giorni.La validazione del trattenimento spetta a un giudice e inizialmente c’erano stati contrasti da parte dei magistrati. Tuttavia, dopo aver annunciato ricorsi in Cassazione contro tali decisioni, il Viminale ha optato per modificare la normativa contestata. Ad agosto è stata quindi istituita una struttura a Porto Empedocle per trattenere i migranti soggetti alle procedure accelerate di frontiera. I primi ospiti sono arrivati alla fine del mese ed è stato comunicato l’accordo dei giudici palermitani al trattenimento di cinque tunisini.Il governo mira ora a replicare questo modello in Albania, puntando sull’effetto deterrente che potrebbe avere sui potenziali migranti. I lavori sulle strutture coinvolgono anche i militari italiani del Genio e si trovano nella fase finale. Mentre la struttura nel porto di Shengjin è pronta, ci sono stati ritardi nell’altra sede a Gjader dove si stanno allestendo tre diversi istituti: un centro per il trattenimento dei richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) ed un penitenziario (20 posti). Nonostante i ritardi, si prevede che l’intera operatività sarà raggiunta entro la fine del mese.

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