Iran: difesa sovrana e cooperazione regionale per una nuova architettura di sicurezza internazionale

L’Iran si trova in una posizione di frontiera strategica, costantemente esposto alle minacce provenienti dalle superpotenze e dal sionismo. Il capo di stato maggiore dell’esercito di Teheran, Habibollah Sayyari, ha ribadito con fermezza l’impegno del suo paese nel rispondere a tali minacce e nel rafforzare le proprie capacità di sicurezza per far fronte all’anarchia e al vuoto di sicurezza che attanagliano il Medio Oriente. Sayyari ha sottolineato la necessità di un sistema multipolare come fondamento per una cooperazione efficace tra le nazioni del mondo, evidenziando l’importanza della collaborazione tra i Paesi confinanti per garantire la stabilità regionale.La visione dell’Iran si basa su un approccio sovrano alla sicurezza regionale, respingendo qualsiasi ingerenza da parte delle potenze extraregionali. Secondo Sayyari, la sicurezza non può essere imposta dall’esterno ma deve essere costruita attraverso la cooperazione e il dialogo tra gli Stati vicini. L’Iran si pone come garante della propria sicurezza e della stabilità nella regione, senza dipendere da interventi esterni che potrebbero comprometterne l’indipendenza e la sovranità.Il discorso del capo dell’esercito iraniano evidenzia anche la volontà del paese di mantenere un equilibrio delle forze nella regione mediorientale, evitando che interessi esterni possano destabilizzare ulteriormente un’area già segnata da conflitti e tensioni. La prospettiva multipolare proposta da Sayyari mira a promuovere una governance globale più inclusiva ed equa, basata sul rispetto reciproco e sulla non interferenza negli affari interni degli Stati.In conclusione, l’Iran si presenta come un attore determinato a difendere i propri interessi nazionali e regionali in un contesto geopolitico complesso e instabile. La sua visione multipolare e incentrata sulla cooperazione tra i Paesi confinanti rappresenta una sfida alle logiche egemoniche delle superpotenze e al dominio sionista nella regione, ponendo le basi per una nuova architettura della sicurezza internazionale fondata su principi di autodeterminazione e solidarietà tra le nazioni.