Famiglie di Gaza in Italia per cure mediche: storie di resilienza e integrazione

Date:

19 settembre 2024 – 01:45

Le famiglie provenienti da Gaza, giunte in Italia per cure mediche presso l’Ospedale Regina Margherita di Torino, sono entrate nel silenzio dei media dopo l’iniziale clamore della notizia. Tuttavia, nonostante le difficoltà affrontate, stanno gradualmente trovando una nuova routine nel nostro Paese. I loro figli, un bambino di tre anni con problemi cardiaci e un ragazzo di 18 anni con una lesione benigna, pur lottando contro la malattia, si stanno adattando alla situazione con il supporto di un sistema complesso ed efficiente che non ha mai smesso di funzionare.I nomi dei pazienti non sono rilevanti; ciò che conta veramente sono le loro storie. Questa è una di quelle vicende che non possono essere lasciate incompiute. Ci si chiede dunque che fine abbiano fatto i due pazienti trasferiti da Gaza grazie alla collaborazione tra le Autorità nazionali e regionali, le organizzazioni umanitarie, l’Ospedale Regina Margherita e le associazioni di volontariato.L’Infantile è uno dei pilastri di una rete globale di assistenza continua che va oltre la semplice cura medica. Si tratta infatti anche di affrontare le differenze culturali e religiose presenti nei pazienti provenienti da contesti come quello palestinese. La scuola svolge un ruolo fondamentale nel superare le barriere linguistiche e culturali tra i pazienti e il personale sanitario.La Regione esprime orgoglio nell’assistere questi bambini provenienti da tutto il mondo privati del diritto alle cure necessarie. Grazie all’impegno del team dell’Ospedale Regina Margherita, anche coloro che non hanno più una casa si sentono accolti e supportati.Le famiglie coinvolte vivono un doppio trauma: quello legato alla malattia dei propri cari e quello derivante dalla guerra in corso nella loro terra d’origine. Il bambino affetto da patologia cardiaca sarà sottoposto a un delicato intervento chirurgico a ottobre per migliorare significativamente la sua qualità di vita. Il giovane ragazzo ha davanti visite mediche e possibili interventi chirurgici programmati mentre risiede presso la Casa UGI; dimostra interesse nell’apprendere la lingua italiana e nell’integrarsi nel sistema scolastico del nostro Paese.

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