La Calabria ha sancito la conferma di Roberto Occhiuto al ruolo di Presidente della Regione con una vittoria schiacciante, ottenendo quasi il 60% delle preferenze.
Un risultato che segna un divario significativo rispetto al candidato del centrosinistra, Pasquale Tridico, attestatosi a circa il 18%, un dato che non ha permesso di superare la soglia del 40%.
L’affluenza, pari al 43%, rivela un quadro complesso, evidenziando un astensionismo che, lungi dal manifestarsi come una rivolta popolare, riflette piuttosto un distacco strutturale e una disillusione diffusa nei confronti della politica.
Questo scenario, già osservato con chiarezza nelle elezioni regionali delle Marche, suggerisce una difficoltà intrinseca del campo largo a intercettare e rappresentare le istanze di una popolazione sempre più eterogenea e disillusa.
L’appeal del centrodestra, incarnato da Occhiuto, si è dimostrato più capace di catalizzare il voto, nonostante la presenza di un avviso di garanzia che ha portato il candidato a una scelta strategica: dimettersi temporaneamente per poi ricandidarsi, nel tentativo di evitare un logoramento legato alle accuse di corruzione.
La vittoria, sancita dalle urne, apre ora una fase delicata.
Le prime dichiarazioni del Presidente eletto, incentrate sulla necessità di “pacificare la regione” dopo una campagna elettorale caratterizzata da toni accesi e, in alcuni casi, di aperta violenza, sottolineano l’urgenza di superare le divisioni e ricostruire un clima di collaborazione.
Al di là dell’esito elettorale, l’analisi di questi risultati impone una riflessione più ampia sulla crisi di rappresentanza che affligge il sistema politico italiano.
L’astensionismo non è un mero dato statistico, ma un sintomo di una più profonda frattura tra cittadini e istituzioni, una manifestazione di insoddisfazione che va al di là delle appartenenze politiche e richiede risposte concrete e innovative.
La sfida per la nuova legislatura sarà quella di riconquistare la fiducia dei calabresi, promuovendo politiche inclusive e trasparenti, e affrontando con coraggio le problematiche strutturali che da anni pesano sul territorio.
La pacificazione promessa da Occhiuto non può essere solo un auspicio, ma un impegno programmatico concreto, volto a costruire una Calabria più giusta, equa e prospera.