Il Politeama Rossetti di Trieste apre le sue porte al 24 ottobre per accogliere “Money – il bilancio di una vita”, un’audace incursione teatrale che vede Joe Bastianich, l’imprenditore e chef noto al grande pubblico per la sua partecipazione a Masterchef, cimentarsi per la prima volta come protagonista.
L’opera, co-scritta con Tobia Rossi e magistralmente diretta da Massimo Navone, trascende le convenzioni di genere, proponendo un’esperienza artistica inedita e profondamente personale.
“Money” non è una biografia nel senso tradizionale del termine, bensì una stratificazione di memorie, riflessioni e impressioni che ruotano attorno a un elemento apparentemente tangibile: il denaro.
Bastianich utilizza il denaro come lente attraverso cui esaminare le dinamiche familiari, le sfide dell’emigrazione, il contrasto tra opulenza e privazione, e l’inestricabile legame tra ambizione, lavoro e identità.
Lo spettacolo si articola come un viaggio emotivo, intessuto di aneddoti che spaziano dall’infanzia trascorsa nel Bronx, con il ricordo vivido di una manciata di dollari scambiata tra le mani del padre al mercato, ai vertigini della finanza newyorkese negli anni Ottanta, fino ai profumi e ai sapori della cucina di nonna, emigrata con pochi mezzi e capace di trasformare l’elemosina in sostentamento per l’intera famiglia.
Questi frammenti di vita, apparentemente distanti, si fondono in una narrazione universale che esplora il peso simbolico del denaro e la sua capacità di plasmare le relazioni umane.
La scenografia, essenziale e suggestiva, evoca l’ambiente retro di un ristorante, uno spazio di servizio che si trasforma progressivamente in un club musicale, un palcoscenico teatrale, un luogo intimo dove i ricordi prendono forma e le visioni si materializzano.
La direzione artistica di Navone mira a creare un’atmosfera pulsante, che mescola elementi di teatro, musica e performance, rifiutando le etichette rigide e abbracciando la fluidità espressiva.
Non è un musical tradizionale, né una commedia spensierata, né un varietà effimero, ma un’esperienza teatrale ibrida che riflette la complessità e la contraddittorietà dell’esistenza umana, un invito a confrontarsi con le zone d’ombra e le luci che definiscono il nostro percorso.
Lo spettacolo si presenta dunque come una riflessione critica e affascinante sul valore del denaro, non solo in termini economici, ma soprattutto come specchio della condizione umana.