Indagine sulla frode fiscale nell’eredità di Gianni Agnelli: sequestro da 74,8 milioni di euro a fratelli Elkann e presidente Juventus.

Date:

22 settembre 2024 – 11:31

La procura di Torino ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo di beni per un valore di 74,8 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta legata all’eredità di Gianni Agnelli. Coinvolti sono i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen. Le accuse riguardano frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. Il sequestro è stato autorizzato da un giudice del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca dei beni mobili e immobili coinvolti. L’esecuzione del provvedimento è stata affidata al nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza torinese.Secondo l’accusa, supportata anche dall’esposto presentato da Margherita Agnelli, madre dei fratelli Elkann, Marella Caracciolo – scomparsa nel 2019 – non risiedeva in Svizzera ma in Italia almeno dal 2010. Pertanto, nella successione ereditaria non avrebbe dovuto essere applicata la legge svizzera ma quella italiana. I magistrati ipotizzano l’esistenza di una complessa strategia volta a far apparire formalmente la residenza elvetica di Marella Caracciolo. Secondo gli accertamenti della guardia di finanza, considerando che la sua residenza era in Italia almeno dal 2010, si stima che a partire dal 2015 siano stati evasi circa 42,8 milioni di euro relativi all’Irpef derivante dalla mancata dichiarazione dei redditi percepiti da Marella Caracciolo tra il 2015 e il 2019 per oltre 29 milioni di euro e dai redditi da capitale per circa 116,7 milioni.L’inchiesta evidenzia presunte irregolarità fiscali e comportamenti fraudolenti che coinvolgono personalità influenti nel panorama italiano come i fratelli Elkann e il presidente della Juventus Gianluca Ferrero. La vicenda getta luce su pratiche elusive volte a eludere le norme fiscali nazionali attraverso artifizi giuridici mirati a occultare la reale residenza fiscale delle persone coinvolte. Il caso riflette l’importanza della vigilanza sul rispetto delle leggi tributarie e sulla trasparenza nell’amministrazione del patrimonio ereditario per prevenire fenomeni evasivi che ledono l’integrità del sistema fiscale italiano.

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