mercoledì 8 Ottobre 2025
18 C
Venezia

Cortina d’Ampezzo: Mafia, Ultras e Ambizioni Olimpiche

Cortina d’Ampezzo, gioiello alpino rinomato per il suo fascino e l’eleganza, si è recentemente trovata al centro di un’inquietante vicenda che ha rivelato un lato oscuro e inatteso.
L’arresto dei fratelli romani Leopoldo e Alvise Cobianchi, con l’applicazione di una misura cautelare disposta dalla Procura di Belluno, ha fatto emergere un sistema di controllo e intimidazione volto a dominare la vita notturna locale, estendendo la sua influenza ben oltre i confini del divertimento.

Le accuse, pesanti e dettagliate nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Venezia, dipingono un quadro preoccupante: estorsione, rapina aggravata e, soprattutto, l’applicazione di metodi mafiosi per imporre la propria egemonia su un locale di Cortina.

I Cobianchi, secondo le indagini, non si limitavano a chiedere denaro, ma esercitavano un potere coercitivo che permeava la selezione dei deejay, la programmazione delle serate e, in definitiva, il controllo del business.

L’elemento che ha ulteriormente complicato la vicenda è la loro affiliazione con il gruppo ultras della Lazio, gli ‘Irriducibili’, una formazione già guidata dalla figura controversa di Fabrizio Piscitelli, tragicamente scomparso nel 2019.
Questa connessione rivela un legame con un ambiente caratterizzato da violenza, intimidazione e una pericolosa cultura dell’illegalità, estesa ben oltre i confini dello stadio.

Gli ‘Irriducibili’ non sono solo un gruppo di tifosi, ma una vera e propria organizzazione con una sua gerarchia e una sua filosofia, basata sull’affermazione della forza e sulla pretesa di controllo.

Ma le ambizioni dei Cobianchi andavano oltre il mero controllo della vita notturna locale.
Le indagini suggeriscono un disegno ben più ampio: l’intenzione di infiltrarsi negli appalti relativi ai Giochi Olimpici invernali di Milano e Cortina, un evento di portata internazionale che rappresenta un’enorme opportunità economica.
Questo desiderio di appropriazione indebita di risorse pubbliche, sfruttando la propria influenza e le proprie connessioni, rivela una spregiudicatezza e una mancanza di scrupoli che denunciano una profonda crisi di valori.

La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla capacità delle istituzioni di proteggere la legalità e la sicurezza in un territorio fragile e vulnerabile.
Come si è potuto sviluppare un sistema di controllo e intimidazione di questa portata senza destare sospetti? Quali sono le dinamiche sociali ed economiche che hanno favorito l’insediamento di queste figure? E, soprattutto, come possiamo prevenire che simili episodi si ripetano in futuro?L’inchiesta rappresenta un campanello d’allarme per l’intera comunità, un monito sulla necessità di rafforzare i controlli, promuovere la trasparenza e contrastare ogni forma di illegalità, per preservare l’immagine e la reputazione di Cortina d’Ampezzo, restituendole il suo antico splendore e la sua incrollabile fiducia nel futuro.
La giustizia è in corso, e la speranza è che possa fare luce su tutte le zone d’ombra di questa complessa vicenda.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -