29 settembre 2024 – 21:45
La situazione della specializzazione in Emergenza e Urgenza nel campo della Medicina è sempre più critica, come dimostrato dal recente concorso del 2024 che ha visto una bassa partecipazione. Questo fenomeno evidenzia una crisi profonda che non è emersa da poco tempo. È interessante notare che i medici più ricercati stanno concentrando la loro attenzione nei reparti di pronto soccorso, considerati la prima linea della sanità pubblica.Un segnale d’allarme è stato lanciato dal sindacato medico Anaao Giovani, il quale ha analizzato le scuole di specializzazione in Medicina di Emergenza rilevando un dato preoccupante: su 1020 contratti disponibili, solo il 30% è stato assegnato, ovvero 304 contratti. Questo trend negativo si ripercuote anche sulle specialità di laboratorio.L’Università di Torino sembra avere un andamento leggermente migliore rispetto alla media nazionale, con il 71% dei posti di Emergenza e Urgenza assegnati su 48 disponibili. Tuttavia, non tutti i posti sono stati coperti adeguatamente. Al contrario, l’Università del Piemonte Orientale registra una percentuale ancora più bassa, con solo il 15% dei posti coperti su 27.Le condizioni lavorative degli specialisti in Emergenza/Urgenza sono estremamente difficili e stressanti sia dal punto di vista fisico che psicologico. Inoltre, essendo un lavoro esclusivamente ospedaliero, non offre la possibilità di svolgere attività private limitando le opportunità economiche e di carriera.È fondamentale garantire un aumento salariale e assicurare turni e riposi adeguati per garantire una qualità di vita soddisfacente ai giovani medici. Nonostante l’importanza e la bellezza del lavoro urgente ed essenziale svolto dagli specialisti in questo settore, spesso non viene adeguatamente riconosciuto né remunerato.Investire nell’organizzazione delle strutture sanitarie potrebbe sicuramente migliorare significativamente la qualità del lavoro degli operatori in Emergenza e Urgenza e contribuire a risolvere questa criticità che sta mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale.
