“Sfide e opportunità nel settore sanitario del Piemonte”

Date:

02 ottobre 2024 – 08:45

Il Piemonte, regione ricca di storia e tradizioni, si trova ad affrontare sfide sempre più pressanti nel settore sanitario a causa dell’invecchiamento della popolazione. Questa tendenza sta aprendo nuove opportunità per l’innovazione e lo sviluppo del settore privato, che si prospetta come una risorsa fondamentale per integrare il sistema pubblico.La presenza di una crescente percentuale di anziani porta con sé un aumento delle malattie croniche, che rappresentano una sfida importante per il sistema sanitario torinese. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Sanità di UniSalute, il 18% della popolazione convive con una malattia cronica, mentre il 13% soffre addirittura di due o più patologie.Le malattie articolari come l’artrosi e l’artrite sono tra le più diffuse a Torino, interessando circa il 16% della popolazione. Seguono l’ipertensione arteriosa (14%) e le malattie allergiche (14%), che rappresentano altre sfide importanti per la salute dei cittadini.Le diagnosi delle patologie croniche avvengono prevalentemente dopo i 40 anni, con patologie come l’osteoporosi e l’artrosiartrite che colpiscono principalmente in età adulta. Al contrario, le malattie allergiche vengono spesso rilevate prima dei 40 anni, evidenziando la varietà e la complessità delle condizioni di salute presenti nella popolazione torinese.La gestione delle patologie croniche vede la maggior parte dei cittadini rivolgersi al proprio medico di base (58%), mentre il restante 42% preferisce consultare un medico specialista. Gli esami diagnostici sono principalmente effettuati nel sistema sanitario pubblico (67%), mentre le visite specialistiche vedono un maggiore ricorso alla sanità privata.I dati analizzati indicano chiaramente che la popolazione anziana è in costante aumento e questo pone una crescente pressione sul sistema sanitario pubblico. La carenza di personale sanitario renderà sempre più difficile soddisfare le esigenze della popolazione, rendendo necessaria un’integrazione tra ospedali, residenze sanitarie assistenziali e servizi domiciliari più efficienti ed efficaci.

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