sabato 11 Ottobre 2025
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Cavo Napoleonico: Ritorna la Riserva Idrica Strategica per il Ferrarese

Il Ferrarese si appresta a ridare vita a un’arteria cruciale per la gestione idraulica del territorio: il Cavo Napoleonico.

L’imponente opera ingegneristica, un canale di diciotto chilometri che unisce il bacino renano a quello padano, sta per affrontare un intervento di riqualificazione funzionale di portata storica.
Un’operazione complessa e ambiziosa, stimata in 8,5 milioni di euro e finanziata attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), delegata al commissario straordinario per la ricostruzione post-alluvione 2023, Fabrizio Curcio.

Il degrado del Cavo Napoleonico, accumulato silenziosamente negli ultimi settant’anni, aveva compromesso la sua primaria vocazione: quella di fungere da riserva idrica strategica per il territorio.
L’accumulo di circa 230.000 metri cubi di sedimenti, un processo naturale accelerato dall’intensificazione delle attività agricole e dai cambiamenti climatici, aveva drasticamente ridotto la capacità del canale di mitigare gli eventi estremi, sia di piena che di siccità.

La sua inefficienza, se non risolta, avrebbe potuto esporre il territorio a rischi crescenti, erodendo la resilienza del sistema di irrigazione e contribuendo a esacerbare gli impatti delle alluvioni.
Il Consorzio di Bonifica del Cer, responsabile dell’intervento, si è posto l’obiettivo di ripristinare non solo la funzionalità idraulica originaria, ma anche di migliorare la capacità del Cavo Napoleonico di rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico.
L’operazione di dragaggio, che si protrarrà fino alla prima metà del 2026, non si limiterà alla rimozione dei sedimenti, ma comprenderà anche la valutazione e l’eventuale ottimizzazione del tracciato, con l’obiettivo di massimizzare la sua efficienza e adattabilità.
L’importanza del Cavo Napoleonico trascende la mera gestione delle acque.

Costruito all’inizio del XIX secolo, come parte di un più ampio progetto di bonifica voluto da Napoleone Bonaparte, l’opera rappresenta un esempio significativo di ingegneria idraulica del suo tempo, testimonianza di un’epoca in cui l’intervento umano sull’ambiente era concepito come strumento di progresso e di sviluppo.
Il suo ripristino, quindi, si configura anche come un atto di recupero di un patrimonio storico e culturale, un’occasione per valorizzare l’eredità di un’opera che ha contribuito a plasmare il paesaggio agrario ferrarese.
Il lavoro proseguirà anche durante i mesi estivi, garantendo la continuità dell’irrigazione e minimizzando l’impatto sull’attività agricola.

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