La svolta giudiziaria nel caso Raso: annullata parte della confisca dei beni e rinviato il processo d’appello.

Date:

05 ottobre 2024 – 10:01

La decisione della Corte di Cassazione di annullare e rinviare a un nuovo processo d’appello l’ultima parte della confisca dei beni del ristoratore Antonio Raso, coinvolto nel processo Geenna sulle infiltrazioni mafiose in Valle d’Aosta, ha portato a una svolta significativa nella vicenda giudiziaria. In particolare, due conti correnti e una quota di un appartamento sono stati restituiti al ristoratore, che recentemente è stato condannato a otto anni di reclusione per associazione mafiosa al termine del processo d’appello bis.L’avvocato Ascanio Donadio, insieme al collega Enrico Grosso, ha espresso soddisfazione per il successo dei tre ricorsi presentati a favore del loro assistito. La Corte d’appello di Torino aveva precedentemente annullato gran parte del decreto di confisca, comprese le quote del ristorante La Rotonda e un altro appartamento, mantenendo solo i due conti correnti e una quota dell’immobile.La decisione della Cassazione è stata determinata anche dalla valutazione della sproporzione tra i beni confiscati e i redditi di Raso effettuata da un commercialista nominato dai giudici. Tale valutazione ha evidenziato una discrepanza ingiustificata di circa 140 mila euro rispetto alla stima fatta dalla Direzione investigativa antimafia nel dicembre 2019, che aveva sequestrato beni per un valore approssimativo di un milione.In precedenza, la Cassazione aveva già annullato la sentenza di confisca emessa nel 2021 dalla Corte d’appello per mancanza di motivazioni adeguate e correlazioni temporali tra l’acquisizione dei beni e il presunto coinvolgimento in attività illecite. Questo ha aperto la strada a un ulteriore iter processuale che si prevede sarà lungo e complesso.In definitiva, l’esito delle decisioni giudiziarie conferma la complessità e la delicatezza della vicenda legale legata alle accuse mosse contro Antonio Raso. L’evolversi della situazione evidenzia l’importanza di garantire un equo processo e il rispetto dei diritti fondamentali anche nei casi più controversi e delicati come quelli legati alla criminalità organizzata.

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