lunedì 13 Ottobre 2025
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Liguria

Liste d’attesa infinite: l’emergenza sanitaria a Savona e in Liguria

La vicenda di un paziente savonese, in attesa di un delicato intervento vascolare da aprile 2021, rappresenta una spia inquietante di una crisi sistemica che affligge il sistema sanitario ligure, e in particolare la provincia di Savona.

L’attesa, protrattasi per un periodo superiore ai quattro anni e mezzo, trascende la singola storia clinica e si configura come un sintomo di un malessere più profondo, sollevando interrogativi urgenti sulla capacità della sanità pubblica di garantire l’accesso tempestivo alle cure.

Il consigliere regionale Jan Casella, attraverso un’interrogazione indirizzata alla Giunta Bucci, ha posto l’attenzione su una realtà inaccettabile: la prolungata sospensione del diritto alla salute, concretizzata in tempi d’attesa che erodono la speranza e compromettono la qualità della vita dei pazienti.

La situazione savonese, seppur particolarmente drammatica, non è un caso isolato, ma riflette una problematica diffusa in altre aree della Liguria, dove la gestione delle liste d’attesa appare inefficiente e inadeguata.

La priorità concessa, giustamente, alle emergenze e alle patologie oncologiche non deve mascherare la gravità delle condizioni che affliggono i pazienti affetti da altre patologie, che si ritrovano intrappolati in un limbo burocratico, privi di una prospettiva concreta per l’intervento chirurgico.

L’esperienza del paziente savonese è emblematica: un percorso diagnostico completato, una necessità clinica accertata, ma un intervento rimandato indefinitamente, in un ciclo annuale di riconferma della disponibilità a rimanere in lista, un mero atto formale che non garantisce alcun progresso verso la cura.

Questa gestione delle liste d’attesa, apparentemente gestita attraverso un rituale annuale di “conferma”, è profondamente carente.
Non solo non informa i pazienti sui tempi stimati, ma neanche offre una visione chiara dei criteri di priorità applicati, generando frustrazione, incertezza e un senso di abbandono.

Si tratta di una gestione che trasforma l’assistenza sanitaria in un gioco d’attesa, dove il paziente, fragile e vulnerabile, è ridotto a un numero in un database, privato della sua dignità e del diritto fondamentale a ricevere cure tempestive.

La situazione evidenzia una serie di criticità strutturali che richiedono un’azione immediata: una carenza di personale medico e infermieristico, una insufficiente dotazione di attrezzature e tecnologie, una gestione inefficiente delle risorse umane e finanziarie.
È necessario un ripensamento radicale del modello di organizzazione dell’assistenza sanitaria, che metta al centro il paziente e che garantisca l’equità nell’accesso alle cure, indipendentemente dalla patologia o dalla provenienza geografica.
L’urgenza della situazione impone un’azione politica coraggiosa, che superi la retorica e che si traduca in misure concrete per ridurre i tempi d’attesa, migliorare la qualità dell’assistenza e ripristinare la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario pubblico.

Il diritto alla salute non può essere un privilegio, ma un diritto inalienabile garantito a tutti.

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