La Marcia Perugia-Assisi, storico pellegrinaggio dedicato alla pace, ha ricevuto un significativo riconoscimento dal Pontefice, che ha trasmesso un messaggio di speranza e incitamento all’azione attraverso Monsignor Domenico Sorrentino.
La lettura del messaggio, avvenuta durante la cerimonia conclusiva alla Rocca di Assisi, ha risuonato come un appello urgente in un mondo lacerato da conflitti e divisioni.
Il Papa, con un saluto cordiale rivolto a tutti i partecipanti e agli instancabili organizzatori, ha sottolineato la necessità di invocare ardentemente la riconciliazione.
Non si tratta di un auspicio vago, ma di una supplica concreta rivolta a quelle aree geografiche, troppo spesso teatro di violenza e sofferenza, dove la riconciliazione appare un miraggio lontano.
La pace non è un’assenza di guerra, ma un processo attivo, che richiede impegno, dialogo e la volontà di superare antichi rancori.
Il messaggio papale ha poi espresso una forte adesione all’opera degli organismi internazionali, spesso impegnati in sforzi complessi e delicati per mediare e trovare soluzioni durature.
La Santa Sede, infatti, riconosce il ruolo cruciale di questi enti nel promuovere la giustizia e nel tutelare i diritti umani, pilastri fondamentali per la costruzione di una pace stabile e duratura.
Un auspicio espresso con particolare forza è quello di vedere tali sforzi sostenuti e rafforzati, mirando a creare le condizioni necessarie perché l’odio, la vendetta e la violenza possano cedere il passo all’amore, al perdono e alla comprensione reciproca.
Questo impegno, questo desiderio profondo di vedere un futuro di armonia e cooperazione, è stato affidato alla protezione della Madre di Dio e di San Francesco, figure emblematiche della fede cristiana e simboli universali di pace, umiltà e servizio al prossimo.
San Francesco, con il suo messaggio di fraternità e di rispetto per tutte le creature, continua a ispirare generazioni di persone in tutto il mondo, offrendo un modello di vita basato sulla semplicità, la compassione e l’impegno per la giustizia sociale.
La Marcia Perugia-Assisi, dunque, non è solo una camminata, ma un atto di fede, un inno alla speranza e un appello alla responsabilità collettiva, un monito a non dimenticare l’importanza del dialogo, della comprensione e del perdono come strumenti imprescindibili per la costruzione di un mondo più giusto e pacifico.
È un invito a tutti, credenti e non, a prendere coscienza del proprio ruolo nella promozione della pace e a impegnarsi concretamente per la creazione di un futuro migliore per l’umanità.