L’inchiesta, innescata da un’analisi trasversale dei flussi informativi tra enti previdenziali e strutture investigative, ha portato alla luce una vicenda complessa e di notevole impatto economico.
Un uomo di settant’anni, percepiente sussidi di invalidità per cecità assoluta da parte dell’INPS e dell’INAIL, è finito sotto la lente dei finanzieri del comando provinciale di Vicenza.
Le indagini, condotte con precisione e perseveranza, hanno rivelato una discrasenza evidente tra la condizione dichiarata e le attività effettive svolte dall’indagato.
Le attività di controllo, che hanno incluso pedinamenti discreti e acquisizione di documentazione visiva, hanno documentato l’uomo intento in lavori di giardinaggio, impiegando strumenti che richiedono una vista ottimale, e autonomo nell’acquisto di generi alimentari al mercato.
Questi comportamenti contraddicono la certificazione di cecità assoluta che gli ha permesso di percepire, per un periodo che si estende oltre mezzo secolo, una serie di indennità e rendite di accompagnamento.
L’ammontare complessivo delle somme indebitamente percepite si stima superiore al milione di euro, un dato che solleva interrogativi sulla rigidità dei sistemi di controllo e sulla potenziale vulnerabilità dei meccanismi di erogazione delle prestazioni assistenziali.
L’operazione testimonia l’importanza cruciale dell’integrazione dei dati e dell’utilizzo di tecniche investigative moderne per contrastare fenomeni di frode che sottraggono risorse destinate a chi ne ha realmente bisogno.
La verifica fiscale conclusiva ha permesso di quantificare in oltre duecentomila euro la tassazione dovuta sui presunti redditi illeciti accumulati negli ultimi cinque anni.
Questo è solo il primo passo, poiché l’accertamento e il recupero delle somme indebitamente percepite per il periodo precedente, seppur più complesso da ricostruire, rappresentano un obiettivo primario per le autorità competenti.
L’inchiesta non solo mira a quantificare il danno economico causato alla collettività, ma anche a rivedere e rafforzare le procedure di verifica e di controllo per prevenire il ripetersi di simili situazioni, tutelando l’equità e la sostenibilità del sistema di welfare.
Il caso mette in luce la necessità di un monitoraggio costante e di una maggiore collaborazione tra le istituzioni per garantire che i benefici siano erogati a coloro che si trovano in una condizione di reale bisogno.








