La recente e devastante conflagrazione che ha distrutto il monastero delle Suore Romite di Bernaga, a La Valletta Brianza, ha portato alla luce, tra le macerie, un inatteso segno di speranza e fede: la reliquia di Carlo Acutis, figura emblematica della Chiesa contemporanea.
La scoperta, resa nota dal parroco don Raffaele Lazzara, assume un significato profondo considerando la recente canonizzazione del giovane beato, evento che ha segnato un punto di svolta nella percezione della santità e del ruolo dei laici nella fede.
La reliquia, composta da un frammento di capello e un *ex cordis* (un frammento di cuore), era temporaneamente dispersa a causa dell’incendio.
Il ritrovamento, operazione complessa e delicata coordinata dai vigili del fuoco e dalla protezione civile, testimonia la determinazione e la sensibilità verso i simboli che incarnano la spiritualità della comunità monastica.
Per le monache di Bernaga, la presenza della reliquia di Carlo Acutis non è un mero possesso materiale, ma un legame tangibile con una storia di grazia e ispirazione.
È proprio all’interno di quelle mura che, a soli sette anni, Carlo Acutis ricevette la Prima Comunione, un momento cruciale che ne ha plasmato il percorso di fede.
Questo evento rappresenta una pietra miliare in un cammino spirituale che, in meno di vent’anni, lo ha condotto alla santità, incarnando un modello di impegno sociale, amore per la tecnologia e profonda devozione eucaristica.
Oltre alla reliquia di Carlo Acutis, è in corso una ricerca disperata per un prezioso crocifisso, dono del beato Paolo VI.
Tale oggetto ha un valore storico e affettivo inestimabile, in quanto simboleggia l’atto fondativo dell’insediamento delle monache a Bernaga, un gesto di sostegno e riconoscimento verso la loro vita contemplativa e il loro contributo alla comunità.
La sua perdita rappresenta una ferita ulteriore in un evento che ha distrutto un patrimonio spirituale e materiale di incommensurabile valore.
La ricerca del crocifisso, come quella della reliquia di Carlo Acutis, è un atto di speranza, un impegno a ricostruire non solo le strutture fisiche, ma anche l’identità spirituale del monastero e del territorio.