“Cutro, Calabria, Italia ore 20”: il commovente ritratto di una tragedia umanitaria.

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10 ottobre 2024 – 18:45

Il cuore pulsante della mia esistenza risiede a Torino, nonostante il tempo mi abbia portato a stabilirmi a Roma. È qui che il talentuoso regista Mimmo Calopresti fa ritorno, come ospite d’onore del Festival dell’Accoglienza, per presentare al pubblico la sua ultima opera: “Cutro, Calabria, Italia ore 20”, in programmazione al Cinema Romano. Questo film tocca le corde più profonde dell’animo umano narrando il tragico naufragio avvenuto nel febbraio del 2023, durante il quale persero la vita ben 94 individui. In un momento storico segnato dalle sfide delle migrazioni, Calopresti ci invita a riscoprire la nostra umanità e ad aprirci al dolore e alle speranze di chi fugge dalla guerra e dalla povertà in cerca di un futuro migliore.Ma qual è stata l’ispirazione dietro questo film commovente? La tragedia ha scosso profondamente anche me. Ho sentito il bisogno impellente di dare voce alle storie delle persone a bordo di quella barca. Le testimonianze dei familiari delle vittime mi hanno sconvolto: una bambina afghana fuggita per inseguire il suo sogno proibito dai talebani, quello di ricevere un’istruzione. Il racconto si spinge oltre per mostrare la reazione della comunità di Cutro, segnata indelebilmente da un evento così drammatico. La solidarietà e l’umanità dimostrate dagli abitanti locali che si sono precipitati sulla spiaggia per soccorrere i naufraghi rappresentano un gesto che mi ha profondamente colpito.Il titolo stesso del film mette in evidenza una lacuna: l’assenza della parola “Europa”. Perché questa scelta? Siamo costretti ad affrontare le questioni legate alle migrazioni date le nostre peculiarità geografiche, ma l’Europa dovrebbe essere nostra alleata nella ricerca di soluzioni condivise. Purtroppo, spesso prevale l’approccio economico nel pagare paesi come la Libia o la Turchia per fermare i migranti prima che raggiungano le nostre coste.Il film solleva interrogativi sulle responsabilità emerse dopo quasi due anni dal naufragio senza risposte concrete. Una serie di omissioni e ritardi hanno caratterizzato le fasi successive alla tragedia marittima. Come sottolinea Soldini nel film, prima si salvano vite umane in mare e poi entra in gioco la burocrazia. Le colpe sono diffuse e condivise da tutti noi: ancora non vogliamo accettare pienamente il dovere morale di prendersi cura dei migranti che bussano alle porte dell’Europa.

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