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Vaccino e Danno Neurologico: Svolta Giudiziaria ad Asti

La recente sentenza del Tribunale civile di Asti apre un capitolo delicato e potenzialmente trasformativo nel panorama della responsabilità civile legata alle vaccinazioni.

Il giudice, in una decisione di primo grado, ha sancito un nesso causale tra la somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 e una grave compromissione neurologica, irreversibile, subita da una donna di 52 anni, proprietaria di una tabaccheria nella provincia di Cuneo.
L’evento, che ha compromesso la sua capacità motoria, solleva interrogativi di profonda rilevanza per il sistema sanitario e per la tutela dei diritti individuali.
La decisione, frutto di un’attenta disamina probatoria, si pone in netta contrapposizione con il precedente rifiuto di indennizzo da parte del Ministero della Salute, espresso in sede amministrativa.
Questo contrasto sottolinea la complessità dell’accertamento del nesso causale in casi di questo tipo, dove la correlazione tra un intervento medico e un danno successivo non è sempre facilmente dimostrabile e spesso si scontra con le resistenze dell’amministrazione.
La sentenza non si limita a riconoscere un danno individuale, ma implica una riflessione più ampia sulla natura del consenso informato e sulla necessità di una valutazione del rischio personalizzata prima di ogni vaccinazione.
Essa pone l’accento sulla fragilità individuale, ricordando che la popolazione non è omogenea e che le reazioni avverse, seppur rare, possono manifestarsi in modo inatteso e devastante in soggetti predisposti o con specifiche comorbidità.
L’importanza della decisione risiede anche nel suo potenziale effetto deterrente.

Essa incoraggia una maggiore trasparenza da parte delle autorità sanitarie, sollecitando una comunicazione più chiara e completa sui rischi potenziali delle vaccinazioni, al di là delle dichiarazioni generiche di sicurezza.
Inoltre, stimola la ricerca scientifica a focalizzarsi sull’identificazione dei fattori di rischio individuali che possono rendere alcune persone più vulnerabili a reazioni avverse post-vaccinali.
La sentenza del Tribunale di Asti è destinata a generare un ampio dibattito giuridico e scientifico, e la sua conferma o meno in appello sarà cruciale per definire i contorni della responsabilità dello Stato in materia di vaccinazioni e per garantire una tutela efficace dei diritti dei cittadini lesi.

Il caso apre un varco nel rigore interpretativo che spesso caratterizza le vicende legate alla responsabilità medico-legale, richiamando l’attenzione sulla necessità di una maggiore sensibilità verso le peculiarità di ogni vicenda umana e sull’imperativo di tutelare, anche a costo di rimettere in discussione schemi interpretativi consolidati, la dignità e il benessere dei singoli individui.

Il riconoscimento del nesso causale, anche in assenza di una certezza scientifica assoluta, rappresenta un atto di giustizia che non può essere ignorato.

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