Roma, palcoscenico primordiale del cinema: un viaggio espositivo di rara intensità si appresta a svelare la complessa e affascinante relazione tra la città eterna e la nascita del cinema italiano, dal 1905 al 1960.
La mostra, intitolata “Roma e l’invenzione del cinema.
Dalle origini al cinema d’autore”, ospitata presso Castel Sant’Angelo dal 15 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026, non si limita a celebrare i luoghi iconici – le strade, le piazze, i monumenti – che hanno fatto da sfondo a capolavori indiscussi.
Essa propone un’immersione profonda nelle dinamiche socio-culturali ed economiche che hanno plasmato l’identità cinematografica italiana.
L’esposizione, curata da Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, si articola come un percorso cronologico che ripercorre i primi sessant’anni di cinema italiano, a partire dalla proiezione de “La presa di Roma” nel 1905, evento che segna l’embrione di una vera e propria industria.
Il racconto si snoda attraverso le epoche, illuminando non solo i momenti di trionfo, ma anche le sfide e le trasformazioni che hanno caratterizzato il percorso del cinema italiano.
Dalle prime stelle del muto, figure eteree come Francesca Bertini e Lyda Borelli, le cui immagini in bianco e nero evocano un’epoca di sogni e di silenzi, si giunge al periodo del fascismo, un’era controversa che vide la nascita di istituzioni cruciali come l’Istituto Luce, il Centro Sperimentale di Cinematografia e, soprattutto, Cinecittà, il “bitume dei sogni” che avrebbe attirato registi e attori da tutto il mondo.
L’esposizione non elude la complessità di questo periodo storico, mostrando come il regime abbia utilizzato il cinema come strumento di propaganda, ma anche come terreno fertile per l’innovazione tecnica e artistica.
Il percorso traccia un filo rosso che lega capolavori iconici: l’impatto globale di “Quo Vadis”, le crudi realismo del neorealismo, la satira pungente della commedia all’italiana, le visioni oniriche di Federico Fellini, capace di reinventare il linguaggio cinematografico.
Il racconto è arricchito da materiali d’archivio inediti, fotografie rare, video originali e bozzetti di scenografia, che offrono uno sguardo inedito dietro le quinte della produzione cinematografica.
Oltre alla dimensione storica, la mostra pone l’accento sul ruolo di Roma come crocevia culturale, un luogo dove si sono incrociate diverse identità e tradizioni artistiche.
Attori provenienti da ogni angolo del mondo hanno contribuito a definire l’immagine di una Roma cosmopolita e vibrante.
Il Castel Sant’Angelo, simbolo del potere e della storia, si apre dunque a un’interpretazione nuova e contemporanea, dialogando con il cinema e con il pubblico.
Come sottolinea Luca Mercuri, direttore ad interim del Pantheon e Castel Sant’Angelo, la mostra testimonia l’apertura del monumento alla città e alle sue esigenze culturali.
L’iniziativa, come anticipato dal presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, è destinata a un ampio tour, raggiungendo gli istituti italiani di cultura nel mondo, portando con sé la testimonianza di un’epoca e la celebrazione di una città che ha contribuito a scrivere la storia del cinema.
L’esperienza immersiva offerta dalla mostra non è solo un omaggio al passato, ma anche un invito a riflettere sul presente e sul futuro del cinema italiano.