“Processo per tentato omicidio: il caso della bicicletta lanciata dai giovani ai Murazzi”

Date:

12 ottobre 2024 – 14:45

Durante una giornata soleggiata, in un parco cittadino affollato di persone, si poteva notare una scena insolita: un gruppo di giovani ragazzi che si divertiva a lanciare in aria una bicicletta elettrica presa in prestito da un servizio di bike sharing. Questo gesto apparentemente innocuo ha avuto conseguenze drammatiche per uno studente, Mauro Glorioso, che è stato colpito dalla bicicletta e ha subito gravi lesioni che lo hanno reso tetraplegico. Ora, Sara Cherici, una dei responsabili di questo atto incosciente, è sotto processo per tentato omicidio aggravato dai futili motivi.Durante l’udienza del processo, un testimone oculare ha raccontato di aver visto i ragazzi lanciare la bicicletta dal parapetto dei Murazzi lungo il Lungo Po Cadorna. Il testimone era passato casualmente sul luogo mentre ascoltava musica con le cuffie e ha udito gridare qualcosa come ‘scappa’ o ‘scappate’. Ha visto i ragazzi fuggire via velocemente dopo il lancio della bicicletta e li ha persi di vista.Le difese degli imputati sostengono che Sara Cherici non fosse direttamente coinvolta nel lancio della bicicletta e che si trovasse distante dal parapetto al momento dell’incidente. Un altro testimone ha confermato che le ragazze erano a due metri di distanza dagli amici che stavano lanciando la bici, sottolineando che tutto è avvenuto rapidamente e in modo improvviso.La testimonianza del passante è stata fondamentale per chiarire alcuni dettagli dell’accaduto e per integrare le prove presentate durante il processo. Anche se i filmati proiettati in aula non hanno catturato direttamente l’azione del lancio della bicicletta, le testimonianze oculari e le prove raccolte stanno dipingendo un quadro più completo dell’evento tragico.Il caso continua ad essere al centro dell’attenzione mediatica e suscita dibattiti sulla responsabilità individuale e collettiva nei comportamenti giovanili. Mentre la giustizia cerca di fare luce sull’accaduto per garantire giustizia alla vittima, la comunità riflette su come prevenire simili episodi nel futuro attraverso educazione e sensibilizzazione sui rischi legati all’incoscienza e alla violenza gratuita.

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