giovedì 16 Ottobre 2025
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Napoli

Morte di Anthony Ihaza: Autopsia rivela dettagli shock e indagini aperte.

L’inquietante vicenda di Anthony Ihaza Ehogonoh, il trentacinquenne deceduto a Napoli il 6 ottobre successivo a un intervento da parte delle forze dell’ordine, ha condotto a un’analisi autoptica approfondita nel secondo policlinico cittadino, svelando dettagli cruciali che alimentano interrogativi complessi sulla dinamica del decesso e sull’applicazione della forza in contesti di potenziale alterazione psichica.

L’esame, condotto con rigore scientifico, ha evidenziato la presenza di lesioni compatibili con l’impatto di quattro dardi, conseguenza dell’utilizzo di un dispositivo a impulsi elettrici – il taser – operato da un singolo carabiniere.
La sequenza degli eventi sembra indicare un primo tentativo di neutralizzazione, apparentemente inefficace, seguito da un secondo, più deciso, che ha avuto conseguenze fatali.

L’autopsia, lungi dall’offrire risposte definitive, apre a un ventaglio di possibili cause concorrenti.
La relazione dettagliata, che includerà l’esito degli esami tossicologici, sarà resa pubblica entro i successivi sessanta giorni, fornendo dati imprescindibili per una ricostruzione più precisa della situazione pregressa al momento dell’intervento.

L’analisi tossicologica, in particolare, sarà determinante per valutare l’eventuale ruolo di sostanze stupefacenti o farmaci nell’alterazione delle condizioni fisiche e comportamentali del soggetto, e quindi nella sua vulnerabilità all’applicazione del taser.
Mentre la comunità locale si prepara a celebrare le esequie di Anthony, un momento di lutto che riflette un profondo senso di perdita e di preoccupazione, le autorità giudiziarie hanno avviato un’indagine formale.

In un atto dovuto, cinque militari sono stati formalmente inseriti nel registro degli indagati per il reato di “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi”.
Questa misura non prelude a una condanna, ma segnala l’apertura di un’indagine volta a verificare la proporzionalità e la necessità dell’intervento, e a valutare se l’applicazione del taser, in quel preciso contesto, fosse giustificata e conforme alle procedure operative standard.

La vicenda Ihaza Ehogonoh solleva, inoltre, questioni più ampie riguardanti l’impiego di dispositivi come il taser da parte delle forze dell’ordine, in particolare nei confronti di individui in stato di alterazione o con sospette problematiche psichiatriche.

L’episodio invita a una riflessione critica sull’addestramento degli agenti, sulla necessità di protocolli più rigorosi per l’uso della forza, e sulla cruciale importanza di un approccio multidisciplinare che coinvolga operatori sanitari e specialisti in salute mentale, al fine di evitare tragedie simili in futuro.

La perdita di una giovane vita richiede non solo giustizia, ma anche un impegno concreto per migliorare i sistemi di prevenzione e di intervento, tutelando sia la sicurezza pubblica che i diritti fondamentali di ogni individuo.

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