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mercoledì 22 Ottobre 2025

Modigliani e Picasso: un collezionista svela la modernità a Padova

La fotografia, in bianco e nero, ci introduce in un’intima dimensione domestica: una sala parigina di metà Novecento, abitata da un’aura di intellettuale raffinata.
Dipinti di Amedeo Modigliani, una decina, si appoggiano a un caminetto, a una porta, emergono da un tavolo ingombro di carte e schizzi, come frammenti di un pensiero in divenire.

Questa immagine, evocativa, è la porta d’accesso alla mostra “Modigliani Picasso e le voci della modernità” a Palazzo Zabarella di Padova, che ripercorre il percorso di un collezionismo eccezionale, quello di Roger Dutilleul.
Dutilleul (1872-1956), industriale dal solido acume e appassionato conoscitore dell’arte, fu una figura chiave nel panorama culturale del suo tempo.
La sua collezione, profondamente radicata nel cubismo e nell’opera di Modigliani, è il fulcro attorno a cui ruota l’esposizione.

Palazzo Zabarella, in collaborazione con il Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut (LaM) di Lille, presenta un percorso articolato in sei sezioni, un vero e proprio affresco della modernità artistica francese.

Ben sessantacinque opere, realizzate da trento artisti, testimoniano la vibrante stagione che va dall’inizio del Novecento al secondo dopoguerra.

L’itinerario si snoda attraverso i pionieri del cubismo, Picasso e Braque in primis, per poi abbracciare le correnti successive, fino a Bernard Buffet.
Un panorama ricco di nomi illustri: Fernand Léger, Henri Laurens, Joan Mirò, Alexander Calder, e figure meno note legate all’Art Brut, un movimento promosso da Jean Dubuffet che celebra l’arte spontanea e genuina, al di fuori delle convenzioni accademiche.

Il Musée LaM, ereditato dai lasciti di Geneviéve e Jean Musarel e arricchito dalle donazioni dello stesso Jean e dello zio Roger Dutilleul, si è distinto fin dagli anni ’80 per la sua apertura e la sua capacità di cogliere le voci emergenti dell’arte.
Inizialmente privo di dogmi, il museo si è presto consacrato come un fervente sostenitore del cubismo e, successivamente, di Modigliani, un artista scoperto nel 1913.
La mostra padovana riflette questa profonda dedizione: sei opere di Picasso dialogano con una sezione dedicata esclusivamente a Modigliani, definita “Un museo personale”, che include capolavori come “Maternità” (1919) e “Nudo seduto con camicia” (1917).
La collezione del museo francese si è ulteriormente ampliata nel 1999 con un lascito di 3.500 opere d’art brut da parte dell’associazione L’Aracine, aprendo uno spazio inedito per la riscoperta di artisti spesso marginalizzati.
La sezione dedicata all’Art Brut, che affianca Dubuffet e Slavko Kopac, offre un’occasione unica per conoscere opere di autori meno noti, evocando le atmosfere della pittura naif, un linguaggio artistico semplice e diretto, carico di un’innocenza originale.
La mostra, dunque, non è solo una celebrazione dei maestri riconosciuti, ma un invito a esplorare le correnti meno battute del panorama artistico del Novecento, testimonianza di una visione colta e aperta, quella di Roger Dutilleul e del Musée LaM.

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