Il “metodo coercitivo” applicato nel carcere minorile Beccaria di Milano si è basato principalmente sul coinvolgimento attivo e passivo di diverse figure apicali, con ruoli di responsabilità effettiva nei confronti dei detenuti. Tra queste figure emerge l’ex comandante della Polizia Penitenziaria, Francesco Ferone, recentemente sospeso, il quale ha consapevolmente favorito e potenziato le azioni criminali dei suoi subordinati. Queste accuse emergono dalla richiesta di custodia cautelare redatta dall’aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, che ha portato all’emissione dell’ordinanza da parte del giudice Stefania Donadeo. La situazione nel carcere Beccaria evidenzia la presenza di gravi violazioni dei diritti umani e un clima di abusi e soprusi nei confronti dei detenuti. È necessario un intervento urgente per garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali delle persone private della libertà. La responsabilità delle autorità penitenziarie è cruciale per assicurare un ambiente sicuro e rispettoso all’interno delle istituzioni carcerarie. Sono necessarie riforme profonde e una maggiore trasparenza per prevenire abusi simili in futuro e promuovere una cultura del rispetto e della legalità nel sistema penitenziario italiano.
Abusi e soprusi nel carcere minorile di Milano: la richiesta di custodia cautelare per l’ex comandante della Polizia Penitenziaria Francesco Ferone evidenzia gravi violazioni dei diritti umani. Necessarie riforme profonde per garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali dei detenuti.
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