La presenza di Hamdan Ballal all’Academy Awards quest’anno non era solo un riconoscimento per il suo documentario No Other Land, ma anche una testimonianza della capacità dei racconti che ci sono fuori dalle nostre quotidianità di trovare spazio e voce nelle nostre storie collettive. L’accusa delle star del cinema, tra cui Joaquin Phoenix, Penelope Cruz e Richard Gere, non si è limitata a criticare il silenzio dell’Academy ma ha anche messo in evidenza come la nostra capacità di ascoltare i racconti dei testimoni della storia debba essere accompagnata dalla responsabilità di proteggere coloro che ci parlano. Le scuse dell’Academy sono un passo necessario per ripristinare l’autorevolezza di un’istituzione che riconosce i contributi di artisti come Hamdan Ballal, ma è solo il primo passo. La lettera delle 600 firme esorta a una riflessione più profonda sulle responsabilità della cultura e del mondo dell’arte, sottolineando come la nostra capacità di riconoscere le opere d’arte debba essere accompagnata dalla consapevolezza della loro contestualità. Condanniamo il brutale assalto e l’illegittima detenzione del regista palestinese premio Oscar Hamdan Ballal da parte dei coloni e delle forze israeliane in Cisgiordania, e auspichiamo che la nostra voce si unisca a quella di chi difende la libertà d’espressione e la dignità umana.
Academy Awards: l’accusa della star del cinema contro l’illegittimo arresto del regista palestinese premiato con un Oscar
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