Peppino Tripaldi, figura di spicco del giornalismo italiano, si è spento ieri a Roma all’età di 82 anni lasciando un vuoto nel panorama mediatico nazionale. Nato a Francavilla Fontana il 10 maggio 1942, Tripaldi ha dedicato la sua vita alla professione giornalistica, distinguendosi per la sua competenza e passione nel raccontare le vicende politiche internazionali. Iscritto all’Ordine dei giornalisti fin dal 1970, ha iniziato la sua carriera nei quotidiani locali per poi emergere come corrispondente estero di rilievo.Durante gli anni ’70 e ’80, ha lavorato con impegno al Corriere del Giorno a Taranto, dove ha affinato le sue capacità nell’approfondire le dinamiche della politica estera e le istituzioni europee. La sua firma autorevole è diventata nota per la precisione dei reportage e l’analisi acuta delle questioni geopolitiche più urgenti. La sua esperienza lo ha portato ad essere chiamato a collaborare con l’ANSA, agenzia di stampa di prestigio internazionale, dove ha contribuito a diffondere notizie accurate e tempestive su eventi di rilevanza globale.Successivamente, Tripaldi ha ampliato il suo campo d’azione entrando a far parte del team di “Porta a Porta”, il celebre programma condotto da Bruno Vespa che rappresenta un punto di riferimento nel dibattito televisivo italiano. La sua presenza costante sullo schermo lo ha reso familiare al pubblico televisivo che apprezzava la sua capacità di analisi critica e la profonda conoscenza dei fatti di attualità.Con la scomparsa di Peppino Tripaldi, il mondo del giornalismo perde una figura autorevole e rispettata, capace di trasmettere informazioni con rigore e passione. Il suo contributo rimarrà indelebile nella memoria collettiva dell’Italia e nel cuore di coloro che hanno avuto il privilegio di leggere i suoi articoli o seguirlo sul piccolo schermo.
“Addio a Peppino Tripaldi, maestro del giornalismo italiano: la sua eredità nel racconto delle vicende politiche internazionali”
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