Aiuto, il bed and breakfast ha divorato il cuore della città.

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31 marzo 2024 – 07:30

A Roma, sulle grate di un piano terra abbandonato nei pressi del Vaticano, si nota un imponente lucchetto nero. A pochi passi di distanza, ce n’è un altro di colore argento. Sul marciapiede di fronte c’è un lucchetto bianco a forma di casetta. Questi dettagli non fanno che sottolineare il fatto che il cuore pulsante della città è disseminato da migliaia di camere in affitto destinate ai turisti in visita. È una realtà sempre più diffusa: soggiornare per poche notti e poi proseguire verso una nuova meta.Secondo i dati del centro studi Jfc, in Italia sono disponibili ben 608 mila alloggi sulla principale piattaforma online: Airbnb. La maggior parte di questi si concentra principalmente in tre regioni – Toscana, Sicilia e Lombardia – che insieme rappresentano oltre un terzo dell’offerta totale. Città come Palermo hanno visto un aumento del 45% delle locazioni brevi nell’ultimo anno, mentre a Napoli la crescita è stata del 30%. A Torino, i pianterreni sono diventati fonte di reddito aggiuntivo e i locali commerciali sono stati trasformati in case vacanza; a Bari quasi due appartamenti al giorno vengono convertiti in alloggi per turisti.Roma è sull’orlo dell’ansia in vista del Giubileo del 2025, con la previsione di altri tremila bed and breakfast pronti ad aprirsi come fiori nel periodo festivo. Si tratta di una bolla che si gonfia da anni senza ancora scoppiare. Dieci anni fa gli appartamenti destinati ai brevi soggiorni erano 89 mila: siamo quindi davanti a un mondo completamente diverso da quello attuale. In passato, solo chi possedeva una casa o una stanza extra affittava per arrotondare il proprio stipendio; oggi più della metà degli host gestisce più di una proprietà per accogliere turisti alla ricerca di esperienze fugaci.Il business delle locazioni brevi è diventato molto redditizio e conveniente per molti proprietari e intermediari. A Roma, iFlat domina il settore controllando ben 264 appartamenti; il nome comune “Stefano” spicca con ben 57 proprietà tra intere abitazioni e stanze singole gestite. La ragione principale di questa tendenza è l’evidente vantaggio economico offerto dalla locazione breve: riduce il rischio di avere inquilini morosi, permette ai proprietari di utilizzare la propria casa durante determinati periodi dell’anno e garantisce maggiori guadagni.Nel 2022 Airbnb riportava che mediamente un host poteva guadagnare oltre 2.600 euro al mese; a Roma, secondo una simulazione su Idealista, gli incassi annuali possono superare i 26 mila euro contro i precedenti 10 mila euro. A Bologna si registrano cifre simili con guadagni fino a 19 mila euro all’anno contro i precedenti 13 mila euro.L’impatto sulle città è evidente e significativo: lo studio condotto da Jfc ha individuato il limite massimo sopportabile dalle aree urbane rispetto alla presenza dei residenti locali; Firenze e Venezia sono state indicate come città dove questo limite è stato ampiamente superato – il turismo sta diventando insostenibile per queste comunità cittadine.

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