23 agosto 2024 – 16:40
La vicenda che ha coinvolto una donna in Puglia sembra uscita dalle pagine di un romanzo televisivo serale. La signora, proveniente da Lecce e con problemi di tossicodipendenza, è stata trasferita nella prigione femminile di Trani per aver violato le regole della comunità che la ospitava nel Barese. La comunità, definita “galeotta” per la donna, aveva imposto un codice di comportamento che includeva il divieto di instaurare relazioni amorose con gli altri ospiti. Tuttavia, la protagonista si era innamorata di un uomo del posto senza precedenti giudiziari ma desideroso di disintossicarsi.La relazione tra i due è stata scoperta e segnalata alla magistratura dai responsabili della comunità, i quali hanno richiesto la revoca della misura alternativa e il trasferimento della donna in carcere a causa delle violazioni commesse. I giudici hanno accolto la richiesta sottolineando che il rapporto tra i due sembrava essere principalmente di natura sessuale e che la condannata non stava rispettando le regole stabilite per il suo recupero.Nonostante l’avvocato della donna abbia difeso l’innamoramento come un diritto personale inviolabile, i giudici hanno ribadito l’importanza di rispettare le regole della convivenza all’interno delle strutture di recupero. Inoltre, hanno evidenziato la mancanza di collaborazione della donna durante il trattamento terapeutico e il suo rifiuto del trasferimento come segnali contrari al processo di recupero.Così, la condannata è stata trasferita nel carcere femminile dove dovrà scontare la sua pena fino al 2025. La vicenda solleva interrogativi sul confine tra libertà individuale e necessità di disciplina all’interno delle strutture di riabilitazione sociale, ponendo in discussione il delicato equilibrio tra autonomia personale e regolamentazione comune per garantire un ambiente sicuro e favorevole al recupero dei soggetti coinvolti.