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Allarme nei Piceni: Violenza domestica e stalking in escalation

La spirale della violenza domestica e persecutoria: un quadro allarmante nel Fermano e AscolanoRecenti indagini condotte dai Carabinieri del Fermano e dell’Ascoli Piceno rivelano una preoccupante escalation di atti persecutori e violenza nei contesti familiari e conviviali, testimoniando un profondo disagio sociale e un fallimento, in alcuni casi, di meccanismi di prevenzione e intervento.

I casi documentati non sono episodi isolati, ma manifestazioni di una dinamica complessa che intreccia risentimento, controllo, e aggressività, con ripercussioni devastanti sulla psicosi e la sicurezza delle vittime.

Il primo scenario, a Pedaso, si configura come una vicenda di ossessiva vendetta.
Un uomo di 55 anni, già segnalato per condotte intimidatorie, ha intensificato le sue azioni persecutorie nei confronti di una coppia che ha acquisito la sua ex abitazione, pignorata a seguito di difficoltà economiche.
Le sue azioni, che vanno dalle minacce verbali ai danneggiamenti materiali – come l’ostruzione della cassetta postale e la manipolazione della serratura – non sono semplici atti vandalici, ma un tentativo deliberato di destabilizzare e terrorizzare le nuove proprietarie, generando un clima di ansia e paura persistente.

L’attivazione del “Codice Rosso”, procedura di emergenza per la protezione delle vittime di violenza, sottolinea la gravità della situazione e l’urgenza di garantire la loro incolumità.

Un secondo episodio, sempre a Pedaso, evidenzia l’emergenza della violenza di genere all’interno del matrimonio.
Un cittadino straniero di 45 anni è accusato di maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie.

La donna ha subito un periodo di violenze fisiche e psicologiche, culminate in un’aggressione che ha provocato lesioni con prognosi di sette giorni.

L’intervento dei Carabinieri, che hanno informato la donna sui suoi diritti e le opportunità di protezione, ha permesso un trasferimento immediato in una struttura protetta, segno di una presa di coscienza e di un percorso di uscita dalla violenza.

A Monte San Pietrangeli, un altro caso di violenza domestica emerge con particolare drammaticità.
Un uomo di 56 anni è indagato per aggressioni ripetute nei confronti della sua convivente, motivate da ragioni futili.

Gli episodi di violenza hanno causato lesioni con prognosi di dieci giorni, evidenziando una perdita di controllo e una mancanza di rispetto nei confronti dell’integrità fisica e psicologica della donna.
Anche in questo caso, l’attivazione del “Codice Rosso” testimonia la necessità di un intervento immediato e coordinato.
Infine, a Comunanza, le forze dell’ordine hanno eseguito un arresto in carcere a carico di un uomo di 55 anni, già sottoposto a un ordine di allontanamento dalla persona offesa.
L’arresto, coordinato con le stazioni dei Carabinieri e il nucleo operativo, evidenzia l’importanza della collaborazione istituzionale per garantire il rispetto delle misure cautelari e proteggere le vittime.
La violazione del divieto di avvicinamento è un segnale di persistente pericolosità e di un bisogno urgente di supporto psicologico e sociale.
Questi eventi, pur nella loro diversità, condividono elementi comuni: la prevalenza di dinamiche di controllo e sopraffazione, la sofferenza delle vittime, e la necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga forze dell’ordine, servizi sociali, psicologi e operatori del terzo settore.

La sensibilizzazione, l’educazione al rispetto e la promozione di relazioni paritarie sono strumenti fondamentali per prevenire e contrastare la spirale della violenza, garantendo una società più giusta e sicura per tutti.

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