La comunità di Ancona, profondamente segnata dalla perdita, ha espresso il suo cordoglio e il suo rispetto per il cardinale Edoardo Menichelli, figura emblematica per la diocesi e per l’intera regione, durante le cerimonie funebri a San Severino Marche e nella stessa Ancona.
Il Presidente del Consiglio comunale, Simone Pizzi, ha rappresentato la città in un momento di lutto e riflessione, portando con sé il peso di un’eredità spirituale e pastorale significativa.
Il cordoglio di Ancona non si configura come un semplice atto formale, ma come il tributo di una comunità che ha conosciuto e apprezzato il cardinale Menichelli in un rapporto intimo e profondamente radicato.
Ancona, che lo ha accolto come guida spirituale e padre, lo saluta con un silenzio denso di gratitudine e commozione, un silenzio che parla di una presenza costante e di un impegno pastorale intenso.
Ripercorrere la vita del cardinale Menichelli significa considerare non solo la sua carica ecclesiastica, ma soprattutto la sua umanità.
Pizzi, nel suo intervento, ha sottolineato come Menichelli fosse un uomo “vero”, imperfetto come ogni essere umano, ma autentico nel suo cammino di fede e nel suo rapporto con le persone.
Questa “verità” si manifestava nella sua capacità di ascolto, nella sua vicinanza ai più fragili e nella sua coraggiosa apertura al dialogo con le realtà sociali e culturali del territorio.
Il trasferimento della salma a Ancona, dopo la cerimonia a San Severino, ha rappresentato un momento di raccoglimento per l’intera diocesi.
La successiva celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo, ha sancito il passaggio formale e spirituale del cardinale alla memoria collettiva.
La deposizione nella Cripta delle Lacrime, un luogo di profonda devozione e riflessione all’interno del Duomo, suggella l’unione indissolubile tra il cardinale Menichelli e la città di Ancona.
Il pensiero del Presidente del Consiglio comunale, nel riassumere l’eredità del cardinale, si è focalizzato sulla sua capacità di incarnare una Chiesa vivace, dinamica e proiettata verso il futuro.
Una Chiesa che non si rifugia in dogmi astratti, ma che si fa prossima alle sofferenze e alle speranze del popolo.
Un uomo autorevole, sì, ma capace di dialogare e di costruire ponti, fermo nei principi evangelici ma animato da una profonda tenerezza umana.
La sua voce, il suo sguardo, le sue benedizioni rimarranno impressi nella memoria di Ancona, un monito costante all’impegno verso la giustizia, la solidarietà e la fede autentica.
Ancona non dimenticherà la sua impronta, un’eredità spirituale che continuerà a illuminare il cammino della comunità.