martedì 9 Settembre 2025
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Aria nelle Marche: PM10 sotto controllo, l’ozono resta un problema

Il Report Regionale sulla Qualità dell’Aria 2024, elaborato dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche (Arpma), offre un quadro complesso e articolato della situazione atmosferica nella regione, rivelando un contrasto significativo tra il rispetto dei limiti per le polveri sottili e una persistente problematica legata all’ozono.

L’analisi, basata sui dati provenienti da una rete capillare di 18 stazioni di monitoraggio fisse, integrate da analisi di laboratorio per specifici parametri, evidenzia un’apparente conformità per gli inquinanti primari, ma pone l’attenzione su una sfida cruciale per la salute umana e l’ecosistema regionale.
L’assenza di superamenti dei limiti imposti per le polveri sottili (PM10 e PM2.5) rappresenta un risultato positivo, confermando l’efficacia delle misure implementate per il controllo di queste particelle inquinanti.

Il rispetto dei valori di soglia, stabiliti in 50 µg/m³ per il PM10 (con un limite di 35 giorni di superamento annui) e 25 µg/m³ come media annuale per il PM2.5, suggerisce un buon livello di gestione degli interventi a breve e medio termine.
Analogamente, i livelli di Biossido di Azoto (NO2) e di ossidi di azoto (NOx) si mantengono al di sotto delle soglie di allarme, con particolare attenzione alla tutela della vegetazione nelle aree rurali.

Anche per quanto riguarda altri inquinanti come SO2, CO, Benzene, Benzo(a)pirene e metalli pesanti (Arsenico, Cadmio, Nichel, Piombo) i risultati analizzati non rilevano criticità.
Tuttavia, il report non può prescindere da un’analisi approfondita della problematica legata all’ozono troposferico (O3), un inquinante secondario che si forma attraverso reazioni chimiche complesse in presenza di luce solare e di precursori come NOx e composti organici volatili (COV).

La sua formazione è strettamente legata alle condizioni meteorologiche estive, caratterizzate da alte temperature e scarsa ventilazione, che favoriscono la sua accumulazione.
Il dato più preoccupante è che il valore obiettivo triennale, volto a proteggere la salute umana, non è stato rispettato in quattro stazioni su tredici, distribuite in aree significative come Ascoli, Macerata, Genga e Montemonaco.

La situazione si aggrava considerando il singolo anno 2024, quando il superamento della soglia è stato rilevato in ben cinque stazioni.

Anche se i livelli di allerta (240 µg/m³) non sono stati raggiunti, il superamento del valore soglia di informazione (180 µg/m³) in due occasioni a Pesaro indica una potenziale esposizione della popolazione a concentrazioni elevate.
Un ulteriore campanello d’allarme è rappresentato dal superamento del valore obiettivo quinquennale, dedicato alla protezione della vegetazione (AOT40), rilevato unicamente nella stazione di Montemonaco, suggerendo un impatto negativo sull’ecosistema locale.
La persistenza di questa problematica, condivisa a livello nazionale, richiede un’analisi più approfondita delle fonti di emissione di precursori dell’ozono, un monitoraggio continuo delle concentrazioni atmosferiche e l’adozione di strategie di mitigazione mirate, che coinvolgano sia il settore industriale che quello dei trasporti, nonché un’attenta pianificazione del territorio.
La sensibilizzazione della popolazione sull’importanza di ridurre le emissioni di COV e NOx, attraverso comportamenti responsabili e l’utilizzo di tecnologie più pulite, si configura come elemento chiave per migliorare la qualità dell’aria e tutelare la salute e l’ambiente delle Marche.

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