La recente apertura della stagione venatoria nelle Marche ha visto un’intensificazione dei controlli da parte delle pattuglie dei Carabinieri Forestali, con l’obiettivo primario di salvaguardare la sicurezza pubblica, la biodiversità locale e l’aderenza scrupolosa alle normative di legge.
L’attività, focalizzata in particolare sulle giornate dedicate alla caccia al colombaccio e ad alcune specie di anatre, ha rilevato una diminuzione, seppur relativa, nel numero di partecipanti rispetto agli anni precedenti.
Nonostante questo dato apparentemente positivo, la situazione si è fatta critica a causa di ripetute segnalazioni provenienti dalla popolazione, che lamentano episodi di spari troppo vicini alle aree residenziali.
Questi episodi, potenzialmente pericolosi e indicatori di una scarsa consapevolezza delle responsabilità che gravano sul cacciatore, hanno immediatamente focalizzato l’attenzione delle forze dell’ordine, che hanno intensificato le verifiche sul campo.
Le sanzioni contestate, pari a 33 nel solo primo giorno di attività, testimoniano una diffusa incertezza o una deliberata trasgressione delle disposizioni che regolano la caccia in deroga e la gestione degli esemplari prelevati.
Queste disposizioni non sono meramente formali, ma si inseriscono in un quadro più ampio di tutela ambientale e di gestione sostenibile del patrimonio faunistico regionale.
La mancata registrazione degli esemplari abbattuti, ad esempio, compromette la possibilità di monitorare le dinamiche delle popolazioni selvatiche e di adeguare le strategie di conservazione.
Il rispetto delle distanze minime di sicurezza, elemento cruciale per prevenire incidenti e proteggere la popolazione civile, rappresenta un punto di non trascurabile importanza.
Le normative vigenti prevedono un perimetro di sicurezza di 150 metri da strade e abitazioni, ridotto a 100 metri in tutte le altre circostanze.
Queste distanze non sono arbitrarie, ma frutto di una valutazione accurata dei rischi connessi all’attività venatoria e mirano a garantire la massima salvaguardia per la collettività.
Oltre ai controlli diretti sul campo, i Carabinieri Forestali stanno intensificando le attività di sensibilizzazione e informazione rivolte ai cacciatori, al fine di promuovere una cultura della caccia responsabile e consapevole.
L’obiettivo non è solo quello di far rispettare la legge, ma anche di favorire una maggiore comprensione del ruolo cruciale che il cacciatore può svolgere nella conservazione del patrimonio naturale e nella tutela della sicurezza pubblica, ricordando che la caccia, quando praticata nel rispetto delle regole, può contribuire attivamente alla gestione sostenibile delle risorse faunistiche e alla salvaguardia dell’ecosistema marchigiano.
La collaborazione tra le forze dell’ordine, gli operatori del settore e la cittadinanza è fondamentale per garantire un’attività venatoria sicura, trasparente e sostenibile.